Diamo il benvenuto su Music.it agli Elizabeth O’Key. Per rompere il ghiaccio raccontateci un aneddoto divertente o imbarazzante che vi è successo in studio o su un palco.
Di episodi divertenti o curiosi ne sono successi, sia sul palco che fuori. Ne ricordiamo uno in particolare: eravamo impegnati in una sorta di mini tour, con varie serate una dietro l’altra. Arrivati nel posto dove si doveva tenere l’ultima serata, l’organizzatore dell’evento ci accompagna al nostro alloggio per la notte. Beh, diciamo che non era esattamente quello che ci aspettavamo! Il posto era isolato, un casolare in campagna e l’arredo era alquanto inquietante…sembrava il set di un film dell’orrore stile Dario Argento! In particolare c’era una bambola abbandonata molto retrò che metteva i brividi. A parte l’imbarazzo con l’organizzatore, passare quella notte in quel posto è stato davvero straniante. Ovviamente il giorno dopo ci siamo fatti un sacco di risate sulla cosa…in fondo sono proprio questo genere di cose che rafforzano i legami all’interno di una band!
Parliamo di “Tutto è come sembra”. Come descrivereste questo brano?
“Tutto è come sembra” è il primo di una serie di singoli aventi ad oggetto i rapporti umani così complessi, difficili da mantenere e, troppo spesso, nascosti da un velo di falsità. In questo brano l’arrivo di una terza persona mette in crisi un legame instaurato da tempo, evidenziando la totale trasformazione di uno dei protagonisti fino a mettere in dubbio il fatto di averlo conosciuto veramente, un dubbio che continua a girare nella testa come se fosse un giro di giostra.
Nel brano parlate di rapporti umani. In questo preciso momento, forse, i rapporti umani sono la cosa più difficile del mondo. Come reagisce il vostro brano a questi cambiamenti in corso?
“Tutto è come sembra” mette in evidenza una realtà difficile da accettare, ovvero quella di un cambiamento improvviso ed ogni cambiamento, si sa, spaventa. In qualche modo il brano abbraccia anche il periodo che siamo costretti a vivere in questo momento storico. La reazione c’è e viene fuori attraverso la rabbia, lo sfogo e l’istinto di sopravvivenza, il gridare a voce alta “Adesso che ci sei imparerò a viverti”.
E come reagite voi ai cambiamenti in corso? Pensate che la musica cambierà o resterà uguale?
Abbiamo avuto la fortuna di dimostrare a noi stessi che si può restare uniti ed andare avanti, essere creativi e produttivi. Difficile a dirsi se la musica subirà o meno un cambiamento, di sicuro si percepisce nell’aria la voglia di ricominciare, magari con una consapevolezza e con strumenti diversi ma siamo pronti ad adeguarci ad eventuali mutamenti nel nostro settore, perché la voglia di continuare a suonare è sempre più forte.
Molto interessante l’idea della copertina del singolo. Come è nata questa idea?
Volevamo avere un’immagine di copertina che rispecchiasse musica e significato del testo “Tutto è come sembra”. Tra le tante idee alla fine abbiamo scelto la proposta del nostro bassista. L’immagine non è nient’altro che un capello spezzato visto al microscopio. Il capello, una volta rotto, non ha nessuna possibilità di essere recuperato, e questo rappresenta un po’ quello che succede a volte in un legame tra due persone. Ogni rapporto ha sempre una certa elasticità, resiste a tante “botte”, ma arriva sempre un punto in cui succede qualcosa che lo rovina. Da quel momento in poi non sarà mai più lo stesso, perché è successo qualcosa che l’ha spezzato irrimediabilmente.
Cosa verrà dopo “Tutto è come sembra”? Quale futuro per gli Elizabeth O’Key?
Come diceva John Lennon: «La vita è ciò che accade mentre sei intento a fare progetti», ed il periodo che stiamo vivendo in questo momento per il Covid-19 ne è la conferma. Quindi, più che di progetti preferiamo parlare di intenzioni. Usciranno altri singoli fino ad arrivare ad un numero di pezzi tali da permetterci di fare una scaletta per delle esibizioni live, perché l’impatto con il pubblico dal vivo è fondamentale per una band.
Come si trovano gli Elizabeth O’Key nella scena musicale?
Il nostro genere fondamentalmente rock ricco di contaminazioni sembra andare un po’ controcorrente rispetto a quello che si sente in giro ma questo a noi non importa. Cerchiamo di trovare il nostro modo personale di esprimerci in musica, senza sottostare alle mode e ai compromessi. Preferiamo essere seguiti da persone che si riconoscono nelle nostre idee e nella nostra musica.
Siamo arrivati alla fine: fatevi una domanda e datevi una risposta.
Cosa significa per voi fare musica? Cosa vi spinge a scrivere canzoni e suonare live?
Da sempre abbiamo sentito la necessità di esprimere in qualche modo tutto quello che sentiamo, che riguarda i nostri sentimenti, la nostra sfera emotiva, ma anche le nostre idee. Se c’è veramente un “motore” che ci spinge a fare musica crediamo sia questo. Non solo la voglia di condividere con chi ci ascolta questi sentimenti, ma anche la necessità di buttarli fuori, di esorcizzare tutte le sensazioni negative che abbiamo. Ogni membro della band sa che è fortunato sotto questo punto di vista perché sa che non è facile trovare altri individui con cui poter fare questo lavoro, che parlino la tua stessa lingua, con cui riesci ad incastrarti alla perfezione! Suonare, comporre, ci rende persone migliori, e ci auguriamo che abbia lo stesso effetto anche su chi ci ascolta!