Ciao Endrigo! Noi di Music.it iniziamo le nostre interviste chiedendo un episodio divertente o imbarazzante accaduto durante le vostre esibizioni. Perciò, la stessa richiesta viene fatta a voi. Fateci divertire!
Ciao! In realtà succede sempre qualcosa, quindi poi finisce che non sai mai quale raccontare. Una delle più strane è stata quando il fonico di un locale ha dimenticato la musica di sottofondo accesa nelle cuffie di Ludo e lui si è fatto tutto il concerto con il dj set nelle orecchie. Non sa spiegarci perché non ha avvisato alla fine della prima canzone.
Gli Endrigo sono di Brescia e sono Gabriele Tura, Matteo Tura e Ludovico Gandellini. Si dice che 3 è il numero perfetto, confermate?
Probabilmente sì, ed è per questo che di solito siamo in 4 sul palco. Il nostro sogno è avere più gente possibile a suonare con noi per ridurre i nostri sforzi al minimo indispensabile, piano piano ce la faremo.
“Stare soli” è il vostro ultimo singolo e segna il vostro ritorno sul palco dopo questo periodo di fermo per tutti. Per voi cosa significa cantare per un pubblico?
La prima volta che abbiamo suonato in un locale completamente vuoto, anzi, con la gente che se ne stava fuori, abbiamo deciso che i concerti sono una cosa per noi. Li facciamo per noi stessi, perché è l’unico momento in cui ci sentiamo al nostro posto. Se altri si sentono allo stesso modo dall’altra parte della transenna siamo ancora più felici. Se sono tanti e cantano è tutto magico. Altrimenti noi siamo lo stesso dove vogliamo essere.
“Le cose che ci hanno fatto esplodere”, così inizia un altro vostro pezzo “Anni verdi”. Cosa, durante il vostro artistico, vi ha fatto proprio esplodere?
Noi tutte le volte che finiamo un disco abbiamo la sensazione che non sia ancora successo niente, che quello che ci siamo lasciati alle spalle sia contato poco. Ci piace, è il nostro modo per provare a continuare ad arrivare sempre più in là.
Scrivere canzoni vuol dire anche raccontare storie. Quali sono i vostri mostri sacri appartenenti all’olimpo di cantautori italiani?
Gemello, Cole, Chicoria, Benassa.
Il 2020 non è stato, finora, il massimo. Raccontateci il vostro 2021 perfetto.
Sempre chiusi in casa, precisamente nel letto, ma senza morti e con uno stipendio. E ogni tanto concerti. Ah, e senza dirette.
Bene. Mi fermo qui con le domande. Ora potete lasciare un messaggio, una domanda o una semplice saluto per il nostro pubblico e i vostri futuri fan.
Un bacio in bocca, fate i bravi.