Il mondo dei live è in piena battuta d’arresto. Tommaso Paradiso e Calcutta avevano cercato di esorcizzare l’interruzione della socialità attraverso Instagram. Tiziano Ferro ha denunciato da Fabio Fazio l’insostenibilità sul lungo termine per un settore che, come ricorda Dario Franceschini, il ministro ai Beni Culturali, costituisce il 15% del P.I.L. nazionale. Ma la messa in parentesi della dimensione dei concerti non implica necessariamente che la musica si sia fermata. Al di là del prezioso intrattenimento che gli artisti ci regalano sui social network, in tanti impegnano la propria arte in beneficienza. È il caso di Gazzelle, che devolverà i ricavati di “Ora che ti guardo bene” all’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma.
Gazzelle scrive così sul suo profilo Instagram:
«“Ora che ti guardo bene” è fuori ovunque. L’ho scritta qui a casa in questi giorni tristi e prodotta a distanza insieme a Federico Nardelli. È una canzone che spero vi faccia bene. Ho deciso insieme alla mia squadra di devolvere tutti i proventi all’ospedale Spallanzani di Roma per fare bene anche e soprattutto a chi sta soffrendo. Un bacio vero».
Ne ha fatta di strada il cantautore di “Punk”, album certificato disco di platino grazie alle 50 mila copie vendute. Aveva iniziato divulgando solo foto sfocate, con l’intento di mandare avanti la musica di “Superbattito”, il primo disco. Nella capitale di quell’indie-pop impastato di synth, Gazzelle esprime tutto il suo amore per i suoni, con cui vuole superare ogni significato specifico.
Il rapporto vincente col giovane produttore Federico Nardelli ha fatto il resto. “Ora che ti guardo bene” è orecchiabile e toccante al punto giusto. Dolceamara e non smielata. Più che una descrizione, l’ultima canzone di Gazzelle sembra un auspicio. Il cantautore romano sembra augurarci di non perdere quello che, nel modo più tragico, abbiamo ritrovato. Nella consapevolezza della straordinarietà dell’esistenza per come siamo sempre stati abituati a viverla da privilegiati, soprattutto in questa parte dell’Occidente, il ricavato sarà interamente devoluto a chi può prendersi cura dei nostri concittadini malati.