Uno spettacolo teatrale che mette in scena, nella nostra mente, la battaglia che giornalmente avviene nell’animo. Il costante contrapporsi dei nostri pensieri, delle nostre personalità differenti e contrastanti. Ma la consapevolezza che è proprio nel movimento e nell’instabilità che si mostra la vera natura di quella creatura chiamata uomo. Questo e molto altro è “Hermeneutics”, il nuovo disco dei Blut in uscita il 29 maggio su tutte le piattaforme digitali. Una produzione in cui la musica si muove sul sottile filo della narrazione. Le parole vengono messe al servizio dei personaggi, sullo sfondo di un mondo alternativo dominato da misticismo e passioni.
Il concept album, composto di 22 tracce, mette in scena, una alla volta, gli arcani maggiori, interpretando le loro passioni ed il loro carattere. “Hermeneutics” dei Blut è uno spettacolo teatrale che mette in musica le pulsioni dell’animo umano attraverso le figure dei tarocchi. Una sequenza eterogenea di personaggi metaforici come “The Devil”, “The Emperor” o “The Lovers”. Le voci di Alessandro Schümperlin e di Chiara Manese si prestano all’interpretazione di caratteri differenti, cercando di parlare proprio come lo farebbe la figura. Solo nell’ottica in cui il mondo dei tarocchi può essere visto come l’alienazione di quel caos che è l’animo umano, traslato in simboli ed immagini evocatorie, possiamo utilizzarlo come uno strumento di conoscenza. Lo sforzo ermeneutico è proprio quello di riuscire a comprendere la costante antropologica dell’io attraverso uno dei suoi innumerevoli prodotti.
“Hermeneutics” dei Blut è uno spettacolo teatrale che mette in musica le pulsioni dell’animo umano attraverso le figure dei tarocchi
Veniamo ora ad analizzare il sound. “Hermeneutics” è un disco con apparenti sonorità Metal ed industrial vicine al mondo Steampunk. Lo stile è vicino ai grandi dischi della tradizione metal o emo anni 90/2000 dove spesso veniva impiegato un duo di voci. Ma i Blut non si lasciano imprigionare dalle etichette. Il disco alterna brani dove è predominante l’influenza post-punk ad altri, che sembrano essere veri e propri figli dell’elettronica contemporanea. La matrice sperimentale può essere apprezzata in ogni singolo pezzo. Ciò che invece non ho particolarmente apprezzato è stata la scelta di un lavoro di master e mix eccessivamente forte. Un pizzico di compressore in meno avrebbe sicuramente salvaguardato la dinamica complessiva. Ma queste sono questioni soggettive di gusto.
Tutto in “Hermeneutics” ci rimanda ad un prodotto ben pensato e strutturato, a partire dalla copertina onirica realizzata da Giulio Rincione. Questo è quello che succede quando la musica si mette al servizio dell’arte mescolandosi nel simbolismo, nella recitazione, e nelle tecniche figurative. E come se non bastasse “Hermeneutics” è anche un romanzo scritto e pubblicato dallo stesso Alessandro Schümperlin, fondatore del gruppo. I Blut ci aspettano su tutti i maggiori digital store, intanto qui sotto vi lasciamo un assaggio del loro disco. Chi di voi è pronto per farsi leggere il futuro?