HYGGE: "Questo è un EP adolescenziale, un po' scanzonato"
Hygge in uno scatto promozionale.
Hygge in uno scatto promozionale.

HYGGE: “Questo è un EP adolescenziale, un po’ scanzonato”

Ciao Hygge! Noi di Music.it iniziamo le interviste con una domanda di rito. Insomma, qualcosa per rompere il ghiaccio. Hai qualcosa di imbarazzante da raccontarci legata ai tuoi live, la tua esperienza musicale?

Guarda, ho 4 live all’attivo su questo progetto, per ora son andati ok (ride). No, forse non ho qualcosa di realmente imbarazzante nel curriculum.

Hygge, originario di Potenza, trapiantato e innamorato di Bologna. Musicalmente, c’è qualcosa
che questa città ti ha regalato?

La maturità nei testi e la capacità di vivere Potenza da un’altra città.

Sempre a Bologna, c’è un magnifico posto che si chiama, appunto, “Vetro” come il tuo terzo nuovo singolo. Immagino sia un caso. “Vetro” parla di semplici emozioni, una canzone pop e leggera. Ma quanto ci hai lavorato sopra? È venuta di getto oppure è il frutto di diverse modifiche?

Sì, un caso, non lo conosco a dire il vero. È un puzzle di tante frasi assemblato in poco più di 15 minuti. Di getto sì, ma assemblando tante idee pregresse.

Nella tua pagina Fb, puntellata di fotografie, in pieno stile Instagram, si legge nella descrizione “Scrive canzoni dal 2016, e ora forse vuole il futuro, ma lo vuole in VHS”. Per un giovanissimo della cosiddetta “generazione z” (quella dei nati dopo il 1996), cosa significa sognare un futuro in VHS?

Sì, Facebook nemmeno lo apro purtroppo, i ragazzi della mia etichetta infatti si incazzano perché non ricondivido o non sto attento lì sopra, hanno ragione, ma ormai non ci riesco a starci dietro, quindi ricondivido le foto da Instagram e basta. Volere un futuro in VHS significa essere un pochino nostalgici e un pochino felici, quando siamo bambini siamo spensierati, la sensazione vuole essere quella.

La tua musica è molto attuale e ricorda moltissimi artisti indie, pop del momento. Per esempio, il singolo “Influencer” potrebbe avvicinarsi ad artisti come Canova, Ex-Otago, Gazzelle, Galeffi. In chi di questi ti ritrovi di più?

In nessuno, cerco di essere originale in tutto quello che faccio o almeno di ricercare suoni freschi, con i prossimi lavori nei prossimi anni magari si sentirà di più il distacco con la scena attuale. Questo è un EP adolescenziale, un po’ scanzonato, un po’ si avvicina forse, ma non mi piace paragonarmi.

Tutte e tre i tuoi singoli parlano dei tuoi cotanei. Nel singolo “Jacopo” canticchi “il più grande sogno che ho è la pensione”: confrontandoti con i tuoi amici, quali sono le maggiori preoccupazioni per chi, come si dice, ha una vita davanti? E quanto scegliere di fare musica è una scelta pericolosa per questi momenti?

Tutto è pericoloso, io ho idea di farmi una casa lontano dalle grandi città, avere il mio mondo lì, scrivere canzoni, fare il produttore poi magari mi scoccio e mi apro un forno in paese, tanto tutto è un rischio ed è bello così.

Questo 2020 sicuramente lo ricorderemo, purtroppo. Quali sono i tuoi progetti futuri?

Ho già finito di scrivere il secondo EP quindi non mi fermo, l’obiettivo è l’affetto del mio pubblico. Quando il mio pubblico sarà lì ad aspettarmi avrò sempre il mio posto sicuro, senza bisogno di allargarlo, costruire una mia nicchia.

Oggi, più di ieri, il videoclip è diventato centrale nella costruzione di un personaggio musicale. Qual è o quali sono i tuoi preferiti?

Non sono molto d’accordo, secondo me adesso la musica la ascolti e non la vedi, la gente non
ha voglia di scoprire musica su YouTube, il video serve a confermare un prodotto che al pubblico
già piace, difficilmente avviene il contrario a mio avviso. Comunque confermo la mia fissa per i video di Joji e Dayglow, spaccano.

Bene. Hygge, abbiamo concluso le domande. Puoi toglierti una curiosità, interpellando i nostri lettori. A te la scelta!

Approfitto per ringraziarvi per lo spazio innanzitutto, ai lettori auguro una giornata fighissima piena di magliette colorate, un mega abbraccio!