Ciao Iacopo Ligorio! Benvenuto su Music.it. Ogni nostra intervista inizia con un aneddoto dell’artista: raccontaci qualcosa di divertente che non hai mai svelato a nessuno!
Ciao! Probabilmente se non l’ho mai svelato a nessuno, significa che si tratta di un episodio che mi conviene tenere segreto! Scherzi a parte, mi viene in mente una cosa che mi caratterizza, che conoscono soltanto i miei amici, ed in qualche modo è legata ad alcune canzoni che scrivo. Mi piace molto stare in pigiama, è l’abbigliamento che preferisco quando sto in casa e, diverse volte, è capitato di togliermi di dosso il pigiama per indossarne uno pulito! Non a caso, durante i live per la promozione del nuovo album, il nostro costume sarà, appunto, il pigiama.
Quando è iniziato il tuo rapporto con la musica e quali erano le tue aspettative?
Sono legato alla musica da sempre, ho iniziato ad appassionarmi alle sigle dei cartoni animati, per poi ascoltarle ancora da adulto, suonate dai Gem Boy. Le aspettative più grandi probabilmente sono presenti in questo momento della mia vita, più che in passato. Questo perché, insieme alla band, abbiamo lavorato tanto per realizzare l’album e programmare i concerti ed abbiamo voglia di farci conoscere, di far sentire quello che abbiamo costruito. Le aspettative sono alte e speriamo di raggiungere qualche obiettivo importante. Altrimenti ci consoleremo con una bella mangiata di scamorza pugliese, come è nostro solito.
Quali artisti o gruppi hanno influenzato la tua formazione musicale e la tua musica?
Innanzitutto Cristina D’Avena, come accennavo nella risposta precedente riguardo i cartoni. Chi non ne è stato influenzato? Facendo riferimenti più seri, ho influenze legate anche a diverse fasi del mio rapporto con la musica. Se parliamo di ascolto per il puro piacere, amo la musica rock, il progressive sia italiano che internazionale; mentre i cantautori sicuramente influenzano la mia scrittura. Ultimamente la band viene associata ad artisti come Caparezza o Elio e le Storie Tese. Premesso che ci piacerebbe riconoscerci in una nostra identità e non ci piace somigliare a qualcuno o essere etichettati, sono artisti che sicuramente ascoltiamo e ci influenzano molto.
“Ma perché mi insulti su Facebook? Comprati una macchina” è il primo singolo estratto dal disco “Per l’amor del cielo”. Quale significato si nasconde dietro l’ironico e avvincente dialogo tra l’uomo e Dio?
Il senso del brano è legato sicuramente al contesto più ampio del disco, questo assurdo e grottesco dialogo tra Dio e un uomo che viene sorteggiato per aiutarlo a salvare l’umanità dai problemi quotidiani. A dire la verità il significato è abbastanza esplicito nel testo: basta comportarsi da hater sui social, insultare le persone ferendone i sentimenti e sfogando su degli innocenti tutta la propria cattiveria. Compra una macchina e diventa un automobilista incaz…to! Solo così potrai sfogarti, urlare ed insultare chi vuoi, senza realmente farti sentire, senza danneggiare davvero nessuno, in un gesto che rimarrà racchiuso solo nel tuo abitacolo.
Come descriveresti la tua poetica e il tuo modo di scrivere testi? Ci sono temi che preferisci?
I temi trattati nei brani, soprattutto se prendiamo in considerazione l’ultimo album, sono inevitabilmente legati alla vita quotidiana, in qualche modo autobiografici. È normale riversare nella scrittura quello che si vive durante il giorno, le proprie esperienze legate al rapporto con se stessi, con gli altri e con temi abbastanza importanti. Ma insieme agli altri autori dei brani (in particolare Bruno, il tastierista della band) cerchiamo di rendere il tutto ironico, divertente e grottesco, a tratti demenziale, perché, in fondo, a chi non piace ridere ed esorcizzare attraverso una risata i mali del mondo?
La tua sembra essere una vita interamente dedicata alla musica. Cosa significa fare il cantautore oggi?
Significa fare tanti sacrifici, lavorare, impegnarsi in mille cose. Forse, la cosa più pesante, consiste nel fatto di essere costretti spesso a dedicarsi per molte ore al giorno ad attività che sono apparentemente extra musicali. Questo a volte toglie tempo a quelle che dovrebbero essere le attività più importanti, se non le uniche, di un musicista, ossia suonare, scrivere, fare concerti. Purtroppo per come funziona il mercato musicale oggi, se si vuole arrivare da qualche parte bisogna essere imprenditori di se stessi, per cui si è costretti a dedicarsi a tutte le attività che riguardano la carriera di un musicista, anche quelle più burocratiche. Ed il tutto, ovviamente, senza alcuna certezza di ricevere qualcosa in cambio.
Come ti vedi tra venti anni? Quali progetti pullulano nella tua mente?
Tra vent’anni mi vedo probabilmente in una casa di riposo, sul divano, davanti a Netflix, ad accarezzare il mio gatto, stanco da una maratona di 20 anni di concerti! Più verosimilmente, sarò ancora l’attuale sognatore, in cerca di comunicare con il mondo, a stressare tutti quelli che mi appoggiano e credono nella mia musica, o nelle mie idee spesso strampalate. Spero però che sarò riuscito a far sentire la mia musica e le mie idee a tante persone, ed aver fatto tanti concerti.
Grazie Iacopo Ligorio per il tuo tempo! Ora ti lascio la parola per salutare i lettori e per dire ciò che vuoi!
Un saluto a tutti, mi raccomando ascoltate il nostro album “Per l’amor del cielo” e, fateci sapere se vi è piaciuto sui canali della nostra band, Iacopo Ligorio & le Canzoni Giuste. Vi aspettiamo ad uno dei nostri prossimi live e, come ci salutiamo sempre, buon salame a tutti!