Quello dei WakeUpCall non è stato certo lo spettacolo che ci aspettavamo di vedere quando ci siamo diretti all’Auditorium Seraphicum di Roma. Certo, ascolti il disco prima di andare a vedere lo spettacolo. Vuoi sempre arrivare preparato, e goderti lo spettacolo, ma non in questo caso.
I WakeUpCall infatti, coadiuvati da Andrea Dezzi hanno dato vita a un progetto ben più ampio che un semplice album. Nasce tutto dal loro incontro e dall’ascolto dell’album, che si trasformerà in una graphic novel e in una rock opera, adatta a grandi e piccini.
Su cosa si basa tutto questo lavoro? Sulla dimostrazione che anche i più grandi e illustri nomi della musica, erano persone, con delle debolezze e delle malattie come tutti gli altri, anzi, forse non come tutti gli altri. Lo spettacolo infatti prevedeva tre diversi tipi di interazione dal palco con il pubblico. Il primo, era quello recitato: Mentre la graphic novel “If Beethoven Was A Punk”, firmata da Arianna Vittoria Beffardi scorreva sul grande schermo alle spalle del palco, veniva raccontata al pubblico, che così poteva entrare nel mondo dei WakeUpCall già prima delle esibizioni.
La seconda interazione invece era quella di Andrea Dezzi, che sul palco, raccontava aneddoti particolari sui grandi autori della musica classica che poi avrebbero fatto da “accompagnamento” al bramo. Ora, da non confondere gli aneddoti di Andrea Dezzi con delle banali storielle. Ogni aneddoto prendeva vita da una particolare malattia o patologia dell’artista in questione. Tanta cultura per tutti insomma. Dallo scoprire come e perché Beethoven sia diventato sordo fino alle circa 108 possibili morti di Mozart.
La terza interazione, ovviamente, non poteva essere che quella de WakeUpCall con il pubblico. Il suono! La band ha suonato l’intero “If Beethoven Was a Punk” tra un racconto e l’altro, mentre alle loro spalle scorrevano le pagine del fumetto, o i video dei loro brani. Un peccato che la sala che ospitava il concerto non era propriamente adatta a tale tipo di spettacolo, quindi per i primi due brani c’è si è capito poco e niente, poi il banco mixer ha ritrovato la giusta dimensione e tutti gli altri brani sono stati più che godibili. Un ottimo spettacolo che parte da radici di musica classica ed evolve nel più puro pop punk canadese! Sorpresa finale? Una cover di “Tintarella di Luna” decisamente movimentata.
Come concludere quindi? Sicuramente un gran bello spettacolo. Si esce dall’Auditorium con il sorriso, un fumetto sotto al braccio e qualche aneddoto divertente da raccontare agli amici o al partner per fare colpo, mo non vi sveleremo quali sono. Per quel che riguarda i WakeUpCall, hanno davvero fatto un ottimo lavoro sotto ogni punto di vista, Sarebbe comunque bello vedere un ulteriore membro sul palco, possibilmente con un’altra chitarra o alle tastiere, che supporti la band nelle fasi più complesse delle esecuzioni. In fondo partiamo di Beethoven e la sua”cricca”. Non è così facile rapportarsi con loro!