GREETINGS FROM KUIPER BELT, il viaggio lontano dei NELCASO
I NelCaso, band romagnola emofolk , in una foto promozionale.
I NelCaso, band romagnola emofolk , in una foto promozionale.

GREETINGS FROM KUIPER BELT, il viaggio lontano dei NELCASO

nel caso coverNel caso siate a casa (si fa per scherzare), ascoltate questo disco: “Greetings from Kuiper Belt” dei NelCaso. Come si può intuire dal titolo, questo album è una cartolina, il ricordo di un viaggio, un viaggio talmente lontano da iniziare da Kuiper Belt, regione lontana del sistema solare, molto molto distante da noi.

Quarto album, questo lavoro si distanzia dagli altri. I NelCaso abbandonano il loro Mr Fuego (i loro due ultimi lavori erano “Good Morning, Mr. Fuego” e “One more drink, Mr. Fuego!”) e creano 8 tracce dove l’interpretazione è libera e la ricerca di raccontare atmosfere distanti costante.

Se, però, non volete affrontare questo viaggio senza cinture di sicurezza, allora vi fornisco le loro garanzie musicali, quegli artisti che hanno influenzato la musica dei NelCaso. Testi eclettici, misteriosi, e sperimentazione dai Neutral Milk Hotel. Sonorità più folk e chitarra onnipresente dai The Microphones. E poi ancora The Frames, Bon Iver.

“Greetings from Kuiper Belt” dei NelCaso è un bel album, un lavoro di squadra e oserei dire anche poetico

Viaggio che fai, gente che incontri. Così, questo album, “Greetings from Kuiper Belt”, è diverso anche per un nuovo ingresso nella band; i NelCaso da tre sono diventati quattro con l’arrivo del batterista Martino Monti. Giacomo Morigi, voce e chitarra, Rocco Monti, al basso e Gaio Biondi, alla tromba, hanno saputo integrare questo nuovo elemento per creare un album compatto, lineare, con uno stile preciso. Emofolk, dicono loro.

E se un viaggio è fatto di tappe, qui il racconto è fatto di tracce, tracce che di trama narrativa hanno poco ma che di sensazioni, emozioni hanno tanto. Se così, alla lettura dei testi o al semplice ascolto, vi sembrerà di essere finiti in un libro di singole frasi scollegate tra loro, sappiate che l’elemento che fa da collante è invece il tempo. E se in scrittura, tempo diventa “time” e in ogni singola traccia compare questa parola così di ampio significato e interpretazione, in musica quell’elemento musicale che torna è la tromba, strumento che più degli altri guida all’ascolto del viaggio, come fosse un richiamo.

Mettere una traccia in risalto rispetto alle altre diventa difficile se è stato fatto un lavoro di insieme, dove, seppur ogni singola canzone ha un suo mondo, tutte sono inserite nella stessa galassia. Una base strumentale a tratti più rock, a tratti più folk, è quasi sempre seguita da una voce più gridata, quasi come volesse sbatterti in faccia le parole.

“Greetings from Kuiper Belt” è un album compatto, lineare, con uno stile preciso

La traccia più evocativa, giudizio personale, è “Delta//West Modesto”. Chitarra, voce, batteria e tromba si fondono regalando una dolce canzone. Un bel racconto di come si senta il bisogno di viaggiare, andare oltre, lasciarsi andare, non per perdersi ma per scoprire. “Greetings from Kuiper Belt” è un bel album, un lavoro di squadra e oserei dire anche poetico. Sicuramente un album da ascoltare per lasciarsi andare in assurde riflessioni, sogni di viaggi lontani o anche ricordi nostalgici, insomma pane quotidiano per questo periodo.

E così che dire? Se dall’ultimo lavoro dei NelCaso, del 2018, sono passati due anni per questo album, direi che la distanza di tempo ha permesso di creare un lavoro di insieme veramente compatto e condiviso e così il “Barone Rampante”, fermo su quell’album, è sceso, ed è sceso a raccontare quel lungo viaggio tra gli alberi.