IL TIPO DI JESI: "Mi piaceva l’idea di fare un disco con richiami musicali differenti"
Tommaso Sampaolesi, ovvero Il tipo di Jesi.
Tommaso Sampaolesi, ovvero Il tipo di Jesi.

IL TIPO DI JESI: “Mi piaceva l’idea di fare un disco con richiami musicali differenti”

Siamo con Tommaso, alias Il tipo di Jesi. Benvenuto su Music.it! Raccontami un’esperienza particolare legata alla tua carriera musicale!

Trovarne una in particolare non è facile, sono tante le esperienze fatte e condivise in questi anni: rischiare di perdere il lavoro per inseguire la mia passione, farsi svegliare da uno sparo di pistola la mattina dopo un concerto, tuffarsi in fiumi che somigliano a discariche per girare un video..

Come mai hai scelto come pseudonimo Il tipo di Jesi?

Non l’ho scelto. È lui che mi si è attaccato addosso come un’etichetta quando sono andato a registrare il disco all’EDAC. Lassù infatti mi chiamavano tutti il tipo di Jesi. In realtà avevo tante idee in mente per il nome del progetto, ma alla fine mi è sembrato carino utilizzare proprio quel nomignolo.

Chi ti ha trasmesso la passione per la musica?

Non saprei dirti con precisione, è una passione nata da bambino. Ricordo che d’estate, quando andavamo in vacanza al mare con i miei, in macchina sentivamo sempre delle gran musicassette, con canzoni di Lucio Dalla, Lucio Battisti, Bob Dylan, Bob Marley, Paolo Conte, Gino Paoli. Io le sapevo e le cantavo tutte! La musica mi ha sempre emozionato molto. Pensa che ora, quando sento una canzone che mi piace, comincio a sudare come un matto. La musica tocca qualche parte di me, molto nel profondo, che mi fa provare tante cose diverse.

Da cosa deriva la scelta di intraprendere la carriera da solista?

Onestamente, perché è più semplice da un punto di vista pratico e organizzativo. Scrivo quello che ho in mente, ed è un processo più veloce.

Sei cantante, chitarrista e compositore. In quale veste Il tipo di Jesi si riconosce di più?

Direi come chitarrista e cantante, anche se canto non l’ho mai studiato.

Il 18 aprile è uscito il tuo album “Pranzo Rock in via Trieste”. Quale dei 9 singoli ti rappresenta di più?

La canzone “Pranzo Rock In Via Trieste”, che ha lo stesso titolo del disco, è quella che mi rappresenta più di tutte ed è anche la prima canzone che ho scritto per l’album. Ha un significato particolare per me, l’ho scritta in un momento delicato della mia vita, ossia quando mi sono trasferito andando a vivere da solo. Per me questo ha significato emanciparmi.

Il genere del disco è molto variegato, possiede colori blues, rock, indie e pop. Pensi che in futuro ti dedicherai a un solo genere, o continuerai a richiamarne di differenti?

Questa è un’osservazione che mi è stata fatta da molti. A me sinceramente piaceva l’idea di fare un disco con richiami musicali differenti, anche perché ascolto tanta musica diversa e quindi credo che mi venga naturale. Ho sempre apprezzato molto i Faith No More, e credo proprio che in questo mi abbiano contaminato! In un disco come “King For A Day”, ad esempio, ci sono tanti generi musicali differenti.

La seconda traccia di “Pranzo Rock in via Trieste” si chiama “Masturnazione” ed è uscito da poco il video. Parlami di questo lavoro.

Il video di “Masturnazione” l’ho affidato completamente alle mani di Emil Yardo. Volevo che fosse l’interpretazione della canzone da parte di una persona esterna. Non ho voluto apparire nemmeno fisicamente nel video! La canzone è un grido di insofferenza contro la frenesia del mondo moderno dove si corre sempre, si lavora 8 ore al giorno e si trascurano le vere forze che ci rendono vivi, le aspirazioni e i sogni. Viviamo come delle macchine schiave della società di oggi, che ci riempie di beni materiali e di comfort pur di farci rinunciare alle nostre vere passioni.

Uno sguardo al futuro: come vedi “Il tipo di Jesi” tra 10 anni? Artisticamente parlando.

Mi vedo, o almeno spero, a scrivere ancora canzoni e a registrare dischi, riproponendoli dal vivo per un pubblico curioso e interessato.

La nostra intervista termina qui. Ti lascio riempire le ultime righe come vuoi. Ciao!

Ciao a tutti e grazie per aver letto quest’intervista. Spero che possiate sempre trovare il tempo e le energie che vi servono per fare ciò che amate veramente!