Oggi diamo il benvenuto a Davide, chitarrista degli Infrared. Benvenuto su Music.it, inizia col dirci qualcosa di voi che non troveremmo in una biografia ufficiale. Ma attenzione: deve essere un aneddoto imbarazzante legato alla musica!
Situazioni alla Spinal Tap durante i concerti sono ovviamente capitate ma non ci hanno particolarmente scosso, cerchiamo sempre di non scomporci! Forse è imbarazzante il nostro atteggiamento molto easy nel backstage ma preferirei non approfondire!
È da poco uscito il vostro nuovo singolo “Authority Control”. Da dove nasce questa canzone?
Il testo parla di problemi di personalità, la ricerca anche perversa (vedi l’abuso dei social network) di un alter ego che aiuti a migliorare la propria vita, ma che forse crea solo casini quando finzione e realtà si mescolano in una simbiosi malata.
Altrettanto interessante è il videoclip che accompagna “Authority Control”: ironico e decisamente sfacciato. Da chi e da cosa è nata l’idea?
La sceneggiatura è opera di Tania Tiozzo e Giovanni Mori, cantante e bassista, che sono anche i principali autori della band e hanno sempre avuto una visuale completa del progetto. L’idea era di creare un mix tra un film di Quentin Tarantino e un programma per bambini. Da qui l’idea dei costumi “innocenti” in un contesto violento. Ovviamente è tutto in chiave ironica.
“Authority Control” è un pezzo che soprattutto descrive bene la vostra attitudine musicale. Il vostro è un genere che spazia dal rock al funky, senza rinunciare all’elettronica. Come si mettono d’accordo tutte queste diverse sfaccettature?
A metterci d’accordo è il buon senso! Tutti e quattro abbiamo gusti talmente differenti che potrebbero coprire quasi tutti i generi musicali esistenti, e ognuno di noi cerca sempre di spingere il risultato finale verso la propria prospettiva musicale. Detto questo, in sala prove le idee proposte sono un canovaccio che può restare invariato oppure stravolto, ma alla fine la decisione finale viene presa (quasi) sempre democraticamente.
Avete deciso di cantare in inglese, testimoniando una predisposizione per una scena più internazionale. Ma ci sono o ci sono stati degli artisti italiani che vi hanno influenzato o che semplicemente apprezzate?
Parlando solo a nome mio, a livello underground ci sono state alcune band che in tempi non sospetti hanno fatto cose strepitose prendendo spunto dalle grosse realtà straniere, ma restando comunque originali. Cito a caso i Karma e i Mamamicarburo, due gruppi che adoro e che oltreoceano avrebbero avuto un riscontro totalmente diverso rispetto a quello Italiano. Un altro artista che apprezzo è Corrado Rustici, chitarrista del periodo d’oro di Zucchero, ma anche talent scout e produttore di artisti come Elisa, Negramaro e tanti altri musicisti italiani che sono usciti un po’ dal cliché della canzone italiana, soprattutto in termini di produzione.
Quali sono i progetti futuri degli Infrared? Un album magari?
Abbiamo da poco registrato materiale nuovo che vorremmo presentare dal vivo. Quindi la priorità è suonare in giro il più possibile, che sia un locale piuttosto che un festival: vogliamo arrivare a più gente possibile.
Grazie ragazzi per essere stati con noi e averci tenuto compagnia. Vi salutiamo lasciandovi questo spazio da riempire con quello che volete! A presto!
Ascoltate nuova musica e andate ai concerti! Grazie a voi!