ITACA de LA SORTE è un viaggio folle ma mai traballante, ironico e affascinante
Il trio veronese La Sorte al suo album d'esordio
Il trio veronese La Sorte al suo album d'esordio

ITACA de LA SORTE è un viaggio folle ma mai traballante, ironico e affascinante

Itaca di La Sorte

Un trio veronese, un viaggio lungo nove tracce e titoli strampalati sono gli ingredienti di “Itaca”. Si tratta dell’album d’esordio de La Sorte. Uscito il 10 maggio per Sins Records, il primo lavoro della band è da subito ben individuabile, dando così l’idea di quello che è lo stile de La Sorte. Un buon mix di rock alternativo anni ’90 e ’00 di stampo britannico e testi ironici che rimandano invece a una tradizione più nostrana. Il sound riporta ora ai Franz Ferdinand, ora i Sonic Youth, mentre tra le righe e le parole ritroviamo i nostri Verdena. Ma anche i titoli sgangherati e apparentemente fuori senso possono ricordare la band nostrana Le Luci Della Centrale Elettrica.

Così ad aprire “Itaca” tocca a “La Zarina di tutte le Russie”, una canzone sfrontata dai sapori post-punk che mette subito in chiaro le cose. “Tel Aviv” che può sembrare acerba a un primo ascolto, lascia invece spunti interessanti. Infatti al riff di chitarra ben riuscito, i tre de La Sorte, affiancano un canto fuori sincrono che assicura alla canzone un’atmosfera psichedelica, confusa ma audace. La stessa psichedelia la possiamo respirare in “Principessa Performante”, mentre il primo singolo estratto “L’Acchiappafantasmi” gioca sui ritmi del basso e l’utilizzo dei synth. Un pezzo che non si fa fatica a immaginare passare per le radio, dimostrando di essere il pezzo di punta.

“Itaca” de La Sorte è un buon mix di rock alternativo anni ’90 di stampo britannico e testi ironici che rimandano invece a una tradizione più nostrana.

“Ak47 non è una sonata di Mozart” come anche “Eventualmente…alla resa dei conti” si arricchiscono di chitarra elettrica, facendosi più prepotente lo sguardo al rock alternativo degli anni ’90. Ma anche e soprattutto il rimando all’ironia pop della nostra discografia. Uno su tutti Bugo, l’artista forse più dimenticato oggi dal pubblico, ma che ha fatto scuola a molti. Ci si adagia un poco solo con “Sfoga Zio” per poi riprendere a pieno ritmo con “Anguria e Pipistrelli Nel Tuo Giardino D’Estate”. Chiude “Itaca” la traccia “Benzodiazepine la Mattina”, sgangherata e affascinante.

La Sorte ha composto così un viaggio in nove tracce, che ha il pregio di non seguire alcuna regola e di non cedere mai alla comodità. A loro rischio e pericolo, hanno fatto in modo che i loro diversi background musicali si fondessero nella maniera più naturale possibile. E non è detto che la strada più naturale sia per forza quella più semplice. Le esperienze quotidiane che La Sorte si ritrova a vivere vengono così estrapolate e inserite in un contesto deformato, ma rimesso insieme dall’ironia. “Itaca” è un viaggio folle, ma mai traballante, dove La Sorte ricerca ossessivamente un proprio carattere, ricco e eterogeneo come un flusso di coscienza.