Benvenuti Jane Doe sulle nostre pagine. Ci piace iniziare le nostre interviste chiedendo agli artisti un aneddoto che li lega particolarmente alla musica.
Alla fine degli anni ‘90 l’allora sindaco invitò tutti i giovani musicisti dei paesi limitrofi ad unirsi per organizzare un piccolo concerto per la sagra locale. Qui, alle primissime armi, hanno suonato insieme per la prima volta 3 dei 5 attuali membri dei Jane Doe.
Raccontateci la vostra storia e da cosa nasce il vostro nome, Jane Doe.
Siamo una band molto unita, amici prima di tutto. Suoniamo con questa formazione dal 2005, da quando è entrata in pianta stabile Irene. In tanti anni abbiamo spaziato dalle cover alla composizione di brani inediti. Jane Doe, nella cultura americana, è un nome fittizio che si dà ad una donna dall’identità sconosciuta e dal passato misterioso. A noi questo concetto dà un senso di libertà espressiva e denota un distacco verso le etichette di genere. Con un nome così possiamo essere chi vogliamo senza rendere conto a nessuno! E poi caratterizza il fatto che la nostra musica è basata su una protagonista femminile, la bellissima voce di Irene Zerbini.
Qual è stata la scintilla che vi ha fatto decidere di passare dal suonare cover a comporre e pubblicare un vostro progetto?
Da sempre siamo stati un gruppo promiscuo, anzi fin da subito abbiamo scritto brani inediti. Forse per i pochi sbocchi live ci siamo orientati al più facile mondo delle cover. La scintilla che ci ha rimesso sulla retta via è stato l’evento traumatico per qualsiasi band: l’addio di un componente storico, il nostro batterista. Dopo 11 anni ha deciso di rimettere le bacchette nella custodia per dedicarsi alla famiglia. Abbiamo deciso di dare un senso al nostro percorso di tanti anni registrando i pezzi scritti insieme. Poi da lì, l’appetito vien mangiando!
Il vostro primo EP, “Jane Doe”, chiarisce perfettamente i vostri diversi background. Quali sono gli artisti che vi hanno influenzato maggiormente?
In effetti abbiamo background abbastanza diversi! Mettere insieme un bassista metal, un chitarrista hard rock, un batterista funky, un solista blues e una voce che viene dal mondo dance ha prodotto da subito risultati ottimi, benché sulla carta fossero abbastanza improbabili! Artisti che ci hanno influenzato? Sicuramente Led Zeppelin, The Police, U2 ma anche Deep Purple, Toto. Diciamo che, sì, siamo abbastanza vintage.
Non rinunciate però a risvolti moderni. C’è qualche artista contemporaneo a cui guardate o che semplicemente vi piace seguire?
Come detto, abbiamo radici abbastanza salde nel passato per quanto riguarda i nostri artisti di riferimento. Non seguiamo una band contemporanea in particolare ma cerchiamo di dare freschezza ai nostri brani e per fare questo stiamo molto attenti alle mode radiofoniche, non tanto per farci influenzare ma per capire cosa funziona di più oggi e prendere spunti per le nostre idee. Stiamo molto attenti, per esempio, alla durata e alla struttura dei pezzi. Non devono durare troppo, arrivare diretti, limitando e curando le parti strumentali. Abbiamo faticato per allinearci a questa tendenza. Venendo dai mitici anni ’70 ci veniva naturale pensare in altri termini. Credo che alla fine siamo riusciti a trovare un buon compromesso tra sound d’annata e melodie moderne!
Il palco è sempre stato il vostro primo mezzo per farvi conoscere. Potremo vedervi presto live?
Purtroppo è sempre più complesso trovare spazi per esprimere la propria musica. Abbiamo appena fatto due belle serate, la prima presso la birreria SOA appena fuori Ferrara, l’altra al Circolo Arci BlackStar. Il 15 dicembre 2018 siamo stati invece presso Ferrara Fiere per un live show di un evento fieristico. Non abbiamo per ora date fissate per il 2019. Speriamo di poterne comunque fare il più possibile!
Cari Jane Doe, vi salutiamo con la nostra tradizione di lasciare l’ultima domanda agli artisti. Riempitela con quello che volete.
Abbiamo già composto un nuovissimo brano molto particolare! Si chiama “Fare tardi”. Parla della notte e della sua vita. Una nota tecnica: il ritornello è in 7/8 e siamo riusciti a renderlo liscio come l’olio! Siamo molto soddisfatti. Ora ci chiuderemo in sala prove per continuare a definire nuove idee. Non vogliamo fermarci, ci divertiamo troppo a stare insieme e creare musica!