Briosi, simpatici e affabili. Così si presentano i Jemma, collettivo romano nato post pandemia.
I Jemma si incontrano in un locale romano, dove gli artisti si mettono in gioco durante le jam session. Si sono trovati, tra di loro, nello stile e nell’animo e hanno deciso di dare vita ad un unico progetto, esibendosi per la prima volta all’ Appia Town, nel 2021.
Il collettivo è nato in una maniera totalmente spontanea e così anche l’iscrizione al bando del Lazio Sound, grazie alla prontezza di Sofia che li ha iscritti, quasi per gioco. Ed è stata proprio quella esperienza a dargli una vera svolta: si sono esibiti nella categoria “jazzologi” ed hanno vinto. Nonostante si fossero presentati senza troppe pretese e aspettative, arrivano in finale e aumentano persino il loro numero di componenti ( da 7 a 9).
Ad oggi, col tempo, il numero è aumentato ancora di più, arrivando fino a 11. Mi raccontano che l’ansia del palco è ridotta, essendo un collettivo numeroso riescono a sostenersi a vicenda, e che non hanno un leader principale. Le loro esibizioni sono pregne di improvvisazioni, anche se scrivono gli arrangiamenti e parti di melodie.
L’album “Jemma”
L’album, composto da 8 brani, è stato anticipato dal singolo “Ossi di sabbia”, scritto nella lingua antica del Portolotto, che. unificava mari e marinai nel Mediterraneo. L’album è un mix di atmosfere tribali, groove ed etniche ed ha al suo interno un ospite speciale, Gianluca Petrella. Alla base del collettivo ci sono profonde amicizie tra gli artisti, i quali, con rispetto e stima, non si scontrano quasi mai ma trovano la quadra ad ogni problema, con la giusta solidarietà. La loro energia e simpatia mi è rimasta davvero impressa, complimenti ragazzi e alla prossima!
Giulia Marceca