Leo Fender e l'ironia della sorte • MUSIC.IT
Leo Fender impegnato nel setup di una delle sue chitarre.
Leo Fender impegnato nel setup di una delle sue chitarre.

Leo Fender e l’ironia della sorte

La parola Fender in ambito musicale è sinonimo di storia e di qualità. Chiunque si approcci alla musica conosce questo nome, e solo pronunciandolo si rievoca la storia della musica. A fondare la Fender Musical Instruments Corporation fu proprio Leo Fender.

Appassionato di elettronica, già alle superiori si dilettava nella riparazione di apparecchi radio, non sapendo che sarebbe diventato, da li a qualche anno, uno dei più grandi produttori di strumenti musicali al mondo.

Avviando poco dopo il diploma la produzione di strumenti, ebbe il lampo di genio di creare una chitarra che avesse body e manico separati, uniti solo da un vite che permetteva anche di regolarne la curvatura. Così nasceva la chitarra che ha rivoluzionato la musica. La Fender Telecaster, data: 1950.

Da lì tutto cambio, arrivo il primo basso Fender, il Precision Jazz, che sostituiva i vecchi e ingombranti contrabbassi, rivoluzionando il mondo del pop. Subito dopo la chitarra che segno un’epoca: la Stratocaster. Colori sgargianti, prezzo abbordabile, nessuna risonanza e un body studiato per aderire direttamente al corpo. Inutile raccontarne la storia.

Ironia della sorte: Leo Fender non ha mai suonato una delle sue chitarre. Non perché non volesse, ma perché non ne era capace. Alle superiori studiava e suonava il sassofono, ma non si è mai cimentato nello studio dello strumento a sei corde. Forse da qui la sua fortuna, in quanto, essendo comunque una persona molto apprezzata nel mondo musicale, ha avuto modo di avere un approccio meno personale con lo strumento. Questo ha aiutato nella produzione di uno strumento che rispecchiasse le caratteristiche richieste dai musicisti, senza andare in contrasto con una personale idea di suono e ergonomia.

Leo Fender morì nel 1991 a causa del Parkinson, dopo aver venduto la Fender Musical Instruments Corporation alla Columbia Broadcasting Corporation nel 1965 per 13 milioni di dollari. Ad oggi lo studio di Leo Fender è ancora intatto così come lo ha lasciato, con i libri aperti e gli strumenti sul banco. Solo pochi possono accedere al suo studio, al centro della più grande fabbrica Fender del mondo.