“Questa classifica è troppo piccola per tutti e due” sarebbero queste le parole che Lil Nas X direbbe se fosse uno sceriffo, o un bandito ai tempi del far west. Non è così, ma comunque si fa sentire e distrugge qualunque record con il suo singolo “Old Town Road” in featuring con Billy Ray Cirus. Sì, perché il singolo è il primo a rimanere in testa alla classifica Billboard Hot 100 per ben 17 settimane. Infranti quindi i record di Mariah Carey con la sua “One Sweet Day” e finalmente anche quello di Luis Fonsi e Daddy Yankee con la loro “Despacito” che ci aveva abbondantemente… stufato.
Come ha fatto Lil Nas X ha conquistato il successo planetario?
Sembra assurdo, ma Montero Lamar hill, in arte Lil Nas X non è ne un antante ne tantomeno un rapper. Nasce su twitter. Un postatore compulsivo di meme e battute ironiche, che hanno sempre divertito i suoi fan. Peccato che ogni volta che provava a postare una canzone, le reazioni si azzeravano. Così il ventenne ha deciso di comprare un sample da un ragazzo olandese di 19 anni per soli 30 dollari, mettersi a tavolino e studiare un pezzo che non poteva fallire. Un pezzo che si basa proprio sull’ironia delle sue battute e dei suoi meme, esattamente come il nome d’arte che ha scelto. «Tutti i trapper oggi si chiamano Lil qualcosa» ha detto, e da qui il suo nome. Poi ci pensa Billy Ray Cirus a trasformare il pezzo in una hit mondiale che si muove tra country e rap.
Complice del successo, sembrerebbe anche il recente coming out dell’artista. Infatti ha rivelato di essere gay durante il World Pride Day. Come sempre qualcuno ha avuto da ridire a tal proposito. icuramente un ottima mossa a livello di marketing, non c’è che dire. Ma ad oggi Lil Nas X è il secondo rapper dopo Frank Ocean a fare coming out. Un colpo importante per tutta la comunità LGBTQ. Quindi, il giovanissimo rapper al momento porta sulle spalle uno dei titoli più ambiti nel mondo della musica, infrangendo i cuori di tutti gli storici fan di Mariah Carey e di tutti gli amanti del reggaeton del mondo che speravando in una “Despacito” 2.0