Benvenuti Lontano Da Qui, come da tradizione vi chiedo di iniziare l’intervista raccontandoci un vostro ricordo legato alla vostra musica, qualcosa di singolare, che magari avete raccontato solo a pochi o addirittura a nessuno!
Sicuramente la partecipazione alla Sagra della Polpetta, di cui siamo stati ospiti questo inverno. Niente da dire sull’organizzazione o sul live in sé, quanto per il fatto che nei mesi a seguire, ogni tanto riemergeva qualche cavo, qualche tracolla (per non parlare del legno delle chitarre) completamente impregnato della puzza del fritto delle polpette! È stato terribile, molti di noi non si sono ancora ripresi da questa esperienza e conservano le custodie degli strumenti impregnate di puzza come monito.
La vostra musica è legata alle vostre terre, a cui sicuramente siete molto affezionati. Da dove viene il bisogno di fondere tradizione e suono?
Hai perfettamente ragione: ognuno di noi sente molto il legame con la propria terra. Facendo musica folk, che riflette automaticamente le tradizioni musicali dei luoghi dove prende forma, questo bisogno è venuto in maniera spontanea e automatica. Venendo da regioni diverse abbiamo cercato di creare anche una fusione tra i vari dialetti e le musiche delle regioni a cui apparteniamo. Tutti e tre i Lontano Da Qui sono molto dentro il folk e la world-music, la ascoltiamo, ci piace molto. E siamo sempre in cerca di qualcosa di nuovo che possa stimolare la scrittura, e a cui poter dare del nostro, come inserire un testo in romanesco su di una bulería per esempio.
Quali artisti vi hanno maggiormente influenzato nel vostro percorso musicale?
Sicuramente, soprattutto per quanto riguarda la scrittura dei brani, un grandissimo della musica a cui ci siamo ispirati tanto è Fabrizio De André. Per il sound generale invece, oltre lui che rimane a nostro avviso la matrice più evidente, ci siamo ispirati tanto anche a Carmen Consoli, ai Mumford & Sons e alla grande cantante di fado Cristina Branco. Negli ultimi periodi invece, soprattutto riguardo il sound di quello che stiamo scrivendo, stiamo risentendo moltissimo dell’influenza di due altri grandi artisti italiani, Daniele Silvestri e Brunori Sas.
I testi dei Lontano Da Qui ci raccontano storie di tutti i giorni, vedi “Socialdipendente” e “La Barbona”, che ovviamente sono critiche alla società moderna, forse troppo cinica. Spiegateci cosa pensate della situazione attuale.
Sai, un tema che ci tocca molto da vicino, anche perché è quotidiano e riguarda tutti noi, è quello dei social: un argomento vastissimo e su cui ci sarebbe da parlare per ore. Noi ci limitiamo a mettere in evidenza quanto del lato umano e dell’individuo si perdano con questi strumenti, e quanto questi stiano monopolizzando le nostre giornate e il nostro tempo. Come gruppo cerchiamo di gestire i social in maniera utile e costruttiva per la nostra immagine, arrivare a più persone possibili. Ma, se dovessimo parlare sinceramente, è uno strumento che non ci è particolarmente a cuore e con il quale non ci sentiamo perfettamente a nostro agio, anzi, esattamente il contrario!
Buon viso a cattivo gioco.
Poi nel nostro disco abbiamo trattato anche molte altre tematiche della società moderna di cui ci andava di parlare. Se l’abbiamo fatto in maniera molte volte critica, è perché nella nostra scrittura molto spesso facciamo una sorta di autoanalisi, nella quale critichiamo anche quelli che sono i nostri comportamenti, perché crediamo fortemente che la canzone abbia il potere di smuovere gli animi in qualche modo. Scriviamo canzoni che dovrebbero condurre all’autocritica collettiva su molti temi, o almeno ci auguriamo che sia così!
Nel vostro album ci sono diverse collaborazioni, che hanno arricchito il sound dei Lontano Da Qui e dato una nota di colore in più a tutto il lavoro. Credete che in futuro continuerete ad essere gli stessi, o potrebbe nascere l’esigenza di avere un quarto componente per potervi esibire live?
Ormai nei nostri live fa tappa fissa il nostro meraviglioso batterista, nonché amico fraterno, Antonio Lana, con il quale suoniamo insieme da moltissimo tempo. La sua presenza è ormai diventata standard all’interno del gruppo. Oltre a lui ci sono moltissimi altri musicisti che gravitano attorno a quella che è la formazione base. Abbiamo al basso Federica Carpita, alla tromba Giuseppe Panico, al violino Susanna Di Scala, al clarinetto Massimo Caturelli, alle percussioni Alessandro Balestrini e al pianoforte, nonché ai meravigliosi arrangiamenti che potete sentire nel nostro primo disco, Luca Bellanova. Come potete vedere, siamo tantissimi e in base a quelle che sono le situazioni, alterniamo formazioni più o meno grandi.
Parlateci di quelli che sono i vostri progetti futuri. Vedremo presto dei nuovi singoli?
Assolutamente sì! Stiamo lavorando alla stesura dei brani che comporranno il nuovo disco. Alcuni sono stati già scritti, molti altri sono ancora in fase embrionale, ma siamo davvero entusiasti delle nuove cose che stanno venendo fuori. A breve usciranno i video degli ultimi due singoli estratti dal primo disco. Nel frattempo ci dedicheremo a due piccole tournée estive, una in Austria e l’altra in Toscana, per poi tornare stabilmente a Roma per tutto l’inverno.
Lontano Da Qui, grazie per essere stati con noi ed averci dato modo di conoscervi un po’ di più. Vi lascio spazio per dire quello che volete.
Grazie mille per l’ospitalità che ci avete dato! Siamo molto contenti che in questo periodo storico finalmente l’attenzione alla musica originale e alla musica d’autore sia in crescita; Roma sta vivendo un grande fermento grazie ad una scena musicale ricchissima e piena di grandi artisti (e amici). Farne parte è meraviglioso. L’aria che si respira è densa di creatività. Siamo sicuri che a breve tutto questo entusiasmo e questa voglia di fare daranno i loro frutti!