Dopo “Immaginarie Linee Matematiche Tra Cielo e Terra” e “Caporetto”, tornano gli Heisenberg con il loro nuovo EP: “Lunazione”. La band romana, attiva dal 2010, ci aveva già stupito inserendosi nella scena post-hardcore capitolina e calcando i palchi dei locali più gettonati. Negli anni, gli Heisenberg hanno fatto il giro d’Europa con la loro musica e “Lunazione”, il loro ultimo EP, è la prova del loro successo e della loro maturazione. Lunazione”, out da Novembre 2020, sarà disponibile in vinile a tiratura limitata a fine di questo mese per tutti gli appassionati del piatto rotante. Un nuovo assetto della band accompagna questa nuova release che vede l’aggiunta di una seconda chitarra in sostituzione della tastiera per un sound più complesso, a tratti quasi math-rock.
Il concept è completamente basato sul fenomeno omonimo del titolo, ovvero il momento durante il quale la luna attraversa tutte le sue modificazioni di aspetto. Le stesse modificazioni che, nelle fasi della nostra vita, ci troviamo ad affrontare giornalmente tra fatiche, drammi e travagliate gioie. La copertina, uno sfocato cerchio nero che rimanda ad un’eclissi lunare stilizzata, presenta fusi orari e coordinate che corrispondono a luoghi nelle città di Roma, Firenze e S. Pietroburgo. Luoghi che hanno rappresentato un arricchimento ma allo stesso una difficoltà, che hanno portato gli Heisenberg a sparpagliarsi in giro per il mondo, uniti solo dal progetto di “Lunazione”.
Una storia con mille brandelli di vita quella degli Heisenberg che tornano con il loro nuovo album: “Lunazione”
La tracklist è composta da cinque tracce: ci accorgiamo subito della differenza con i precedenti album. Lo stile ci ricorda quello di gruppi come: Negazione, Massimo Volume e Raein, con il quale tracciano una linea di continuità. Il climax però che porta a “Lunazione” è una vera e propria dichiarazione di indipendenza e consapevolezza. La seconda traccia “Hringvegur” porta con sé il senso dell’intero album citando il nome della famosa strada islandese che percorre tutta l’isola in forma circolare.
Una parabola melodica che ci mette davanti ad uno specchio e ci costringe a guardarci in volto, a contare tutti i nostri errori. E in questo percorso di ritorni e passi falsi lo spoken words degli Heisenberg ci grida a gran voce di continuare a provarci. Un accenno dei vecchi CSI di “Linea Gotica” si sente nella terza traccia: “Il destino non tradisce”. La chitarra in questo brano fa da protagonista e con i suoi riff crea un’atmosfera, spezzata dal grido di liberazione primordiale di “Nel nome del”, in cui invece la batteria è fondamentale. L’ultima traccia “A chi mise ricordi” è un inno alla creatività e all’immaginazione come chiave contro l’autoinganno. “Lunazione” è il vero capolavoro degli Heisenberg, uno di quegli album che non ti sazia mai e di cui vorresti altre tracce.