Come dice il proverbio: tra l’incudine e il martello. Britney Spears, la star dei primi anni 2000, sopravvissuta egregiamente a diverse sedute di riabilitazione. Sotto la custodia e tutela del padre, ora anche la madre, Lynne Spears, ha depositato presso il tribunale di Los Angeles i documenti legali per essere coinvolta in prima persona. Ma si tratta davvero della cura della figlia?
Il fragile equilibrio di Britney Spears, che si era spezzato nel 2008, aveva portato l’allora 27 enne a cercare la protezione e il rigore del padre Jamie Parnell Spears. Sono trascorsi 12 anni da quando aveva perso ogni potere sul suo patrimonio. Nonostante tutto, la sua rendita vale ancora 60 milioni di dollari.
Quindi oltre a dover riferire a una patria potestà, rischia di dover riferire anche a quella della madre. Se ne parla da giorni, ma è stato il sito americano The Blast a fornire le prove evidenti del tentativo di Lynne Spears di mettere le mani sui beni della figlia. È stata pubblicata, infatti, la copia delle carte consegnate ai giudici in cui la donna ha chiesto di essere coinvolta “in qualsiasi decisione” riguardante il patrimonio della cantante. Tra l’incudine e il martello.
Riuscirà Britney Spears a riprendersi lo status di donna capace di intendere e di volere?
È ciò che auspica il movimento #freebritney, sostenuto anche da Chiara Ferragni, che da anni porta avanti il suo sostegno della voce di “Toxic”. Lo stuolo di milioni di fan di Britney Spears chiede a gran voce che sia revocata la tutela della cantante. D’altronde, la cantante negli ultimi 12 anni ha sfornato la bellezza di 4 album, e li ha portati in tour. È riuscita a riottenere la custodia dei suoi due figli.
La voce di “Oops… I did it again!” narra la tragicità dei suoi 20 anni, la difficoltà nel trovare un equilibrio tra vita pubblica e vita personale. Britney Spears dichiara di aver trovato Dio e di essere diventata più impermeabile a quel che pensano gli altri di lei. Risulta sempre meno sostenibile la tesi per cui la cantante gestirebbe il carico emotivo di tour da milioni di spettatori e non il suo patrimonio. Che abbiano ragione i #freebritney?