Il cantautore Napoleone in uno scatto promozionale.
Il cantautore Napoleone in uno scatto promozionale.

NAPOLEONE: “Non credo nel caso, se questa storia è arrivata fino a me c’è un motivo”

Napoleone! Noi di Music.it rompiamo il ghiaccio chiedendo all’artista un aneddoto divertente, imbarazzante successo durante le sue esibizioni. Ora svelarci il tuo!

Una volta un bodyguard di due metri mi chiuse nello sgabuzzino degli inservienti perché volevo picchiare un noto artista prima di un concerto. Va bene come aneddoto?

Direi proprio di sì, mi auguro che poi non sia successo altro… ed ora svelaci invece quali sono le tre cose a cui Napoleone non può proprio rinunciare?

La mozzarella, Capaccio capoluogo e tutte le mie cosine nerd.

Spiegaci l’importanza e l’influenza del luogo di origine nella tua scrittura e musica. Cosa ti lega fortemente alla tua città?

Ho appeso alla parete del mio piccolo homestudio una foto del mio paese al tramonto, in modo che mi faccia da finestra quando sto li per ore a lavorare. Un pomeriggio, mentre eravamo in pieno lockdown qui a Torino, ho guardato quella foto, mi sono messo alla chitarra e in tipo 15 minuti era pronta “Amalfi”. Questo per farti capire quanto sono legato al posto dove sono nato. Non so darti una vera e propria spiegazione ma come diceva Pavese: «Un paese vuol dire non essere soli, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti».

Jimmy Page disse: «La tecnica non conta, io mi occupo di emozioni». Quanto conta, secondo te, la tecnica musicale per la creazione di una canzone?

Beh ovvio che avere una buona padronanza dello strumento e una buona tecnica può far comodo ma non te ne fai niente se non hai idee. Con una buona idea si riesce a scrivere anche solo su tre accordi.

Parliamo di “Porta Pacienza”, brano in cui racconti la storia d’amore di Vito Manzo. Quale è la prima cosa che ti ha colpito di questo personaggio e cosa ti ha spinto a ridargli voce?

Più che la sua vita mi ha colpito la sua morte misteriosa, in riva al mare. “Amalfi” che è il primo singolo che è uscito parla della sua morte, ho immaginato le sue ultime ore e l’incontro con questa sirena che in qualche modo ha raccolto la sua storia, la sua musica e mi piace immaginare sia stata lei a portarle fino a noi. Non credo assolutamente nel caso, se questa storia è arrivata fino a me c’è un motivo. Come ho sempre detto: Vito Manzo è morto falegname, vorrei farlo morire poeta.

Cosa spaventa Napoleone? Quale è la sua più grande paura?

L’acqua dove non si tocca.

Come continuerai a stupire i tuoi ascoltatori? Progetti per il futuro?

Spero di arrivare in fretta al live. Ci saranno sorprese ma qualcuna anche prima.

Napoleone, la nostra intervista è giunta al termine ed io ti ringrazio per essere stato con noi. Saluta i lettori con una citazione o, se preferisci, con una frase tratta dalle tue canzoni! Grazie e a presto!!!

Grazie mille!! Vi direi: «Porta pacienza che vene dimane».

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