I Non voglio che Clara presentano “Superspleen vol.1”, il loro nuovo disco in studio uscito il 29 febbraio. A un primo ascolto siamo davanti a un sound pop-rock piuttosto classico.
Linee melodiche interessanti e una vena testuale che sembra ricalcare un po’ il panorama indie che va per la maggiore adesso. Stesso discorso per il sound dal quale emerge prepotente una sfumatura elettronica, sempre presente ma mai predominante.
I Non voglio che Clara hanno un sound tenue e soffuso, come se cercassero sempre di restare di sottofondo alla voce. Questa aura così delicata se da un lato crea la giusta atmosfera per l’ascolto, dall’altra sembra poco incisiva. L’effetto è sicuramente voluto ma sembra, in certi momenti, che “Superspleen vol.1” sia un disco da riempimento, la colonna sonora da locale lounge che suona sotto ma che nessuno ascolta.
I Non voglio che Clara hanno un sound tenue e soffuso, come se cercassero sempre di restare di sottofondo alla voce
Quello che sembra mancare a “Superspleen vol.1” è un po’ di grinta. C’è qualche momento più tirato ma viene subito rimesso in riga da sonorità e tempi più moderati. Stesso discorso vale per le parti vocali che sembrano a tratti poco espressive e poco incisive. Ci sono dei testi interessanti dentro questo disco ma vengono un po’ appiattiti da questo sound troppo tenue che tende a smussare troppo il tutto.
Diciamo che questo discorso vale per tutta la prima parte del disco, mentre sul finale (e per gli ultimi quattro brani) la situazione sembra un po’ cambiare. Sul finale, come con un colpo di coda, i Non voglio che Clara tirano fuori un po’ di grinta ed escono fuori quattro brani interessanti.
A questo punto i problemi di fondo potrebbero essere due: il primo è una scelta sbagliata della tracklist che predilige un inizio molto lento e un picco improvviso sul finale. Il secondo la scrittura di brani in un tempo estremamente lungo che porta a divisione netta tra il prima e il dopo.
Sul finale di “Superspleen vol.1” i Non voglio che Clara tirano fuori un po’ di grinta ed escono fuori quattro brani interessanti
La seconda metà del disco cresce inaspettatamente, portando alla luce arrangiamenti e brani più grintosi. Sempre di matrice pop-rock, ma più decisi e più incisivi che avrebbero potuto fare la differenza sin da subito.
Diciamo che i Non voglio che Clara hanno lavorato su un doppio binario. Da una parte un inizio lento e poco definito, quasi come una partenza in salita estremamente a rilento. Dall’altra un colpo di coda finale che ha cambiato quasi del tutto l’idea che ci eravamo fatti con i primi sei brani ascoltati.
L’idea potrebbe essere quella di cercare di mescolare meglio i brani dentro la tracklist e dare un andamento diverso al disco, più “sinusoidale” magari o comunque con uno stacco meno evidente. Diciamo che il progetto può essere definito interessante ma con riserva. C’è qualcosa da sistemare e forse qualche scelta in più da fare. C’è da lavorare un po’ sulla scrittura di alcuni brani e magari definirli meglio.
Se fossimo alle superiori si potrebbe dire che i Non voglio che Clara sono rimandati a settembre, nel senso che hanno a disposizione tutta l’estate per venire a capo della questione e poi, a settembre, cercare di far cambiare idea alla “commissione”.