Perdersi per poi ritrovarsi, viaggiare per poi capire che, infondo, nessun posto è migliore della propria casa. “Penisola” è il l’album di debutto di Bartolini, giovane cantautore di origini calabresi che ha trascorso parte della sua vita tra Roma e Manchester; un viaggio che ha percorso portandosi dietro il suo bagaglio e riempiendolo di esperienze e culture. Spazialità e dinamismo, tutti i chilometri percorsi dal cantautore si riflettono in “Penisola”, dove troviamo chiari riferimenti alla nuova scena musicale italiana con sonorità marcatamente british. «Io non ho mai capito chi sono», canta nel brano che apre l’album “Sanguisuga” e, probabilmente, è proprio questo il motivo che lo ha spinto a perdersi nei nonluoghi della propria esistenza.
È in quegli spazi senza tempo che ritrova sé stesso e da cui nascono le undici canzoni che corrono a formare “Penisola”. Viaggiare, allontanarsi ed isolarsi: scovare luoghi e captare nuove emozioni; ogni nonluogo nasconde sensazioni, proprio come gli effimeri luna park, – anche titolo della quarta canzone dell’album – che l’uomo percorre, vive, per poi dimenticare. “Luna park”, infatti, è una canzone che parla delle cose che finiscono e di quel luogo sospeso in cui ci ritroviamo soli e persi, come accade spesso nei parcheggi, nelle stazioni e nelle metro.
“Penisola” è un album rappresentativo della nostra epoca, che è caratterizzata dalla precarietà assoluta, dal transito e da un individualismo solitario.
La scrittura di Bartolini è una pioggia di parole da cui prendono forma immagini di quotidiana nostalgia, di un tempo che passa e della generazione che cambia; è solo con la maturità che si comprende e si diventa consapevoli che diventare grandi non è proprio come sognato da bambini. Nel primo singolo estratto “Non dirmi mai” ascoltiamo «Io non volevo diventare grande»; si tratta di un chiaro riferimento alla paura di crescere e, allo stesso tempo, di perdere e di perdersi in tutti i mali che inquinano ed inquietano la propria generazione. «Come posso negare la città che ho sempre amato» – canta in “Astronave” – «fuori di qua c’è un mondo che non fa per me, persone che neanche si ascoltano».
In questo album il cantautore afferra l’importanza di ciò che lo circonda, degli affetti e dell’errore di chiudersi nel proprio guscio, soli nella propria isola. Non più distanti e soli nei nonluoghi di passaggio, ma più uniti e coscienti delle proprie fragilità. “Penisola” è un album incentrato fortemente sul presente, rappresentativo della nostra epoca, che è caratterizzata dalla precarietà assoluta, dal transito e da un individualismo solitario. Sonorità ovattate e paesaggi sempre più distanti, impossibile non immedesimarsi e ritrovarsi nei nonluoghi raccontati da Bartolini.