Ragazzi è un onore avervi qui! Due donne e tre uomini, immagino già la risposta: chi indossa i pantaloni?
La nostra band è in effetti una curiosa mescolanza di generi, distribuiti in modo non prettamente convenzionale. Gli uomini del gruppo sono sostanzialmente Licia e Yuri, per il resto c’è abbondanza di femminilità.
Siccome non ci piace essere convenzionali, raccontateci un ricordo, un aneddoto, un evento legato alla musica che non conosce nessuno.
Potremmo raccontarti di quella volta che a Licia si è sganciata la tracolla del synth mentre era sul palco, o di quando il nostro batterista Daniele durante un concerto ci ha contagiati tutti con un virus micidiale che ci ha ridotti con la febbre a 39.5° per una settimana intera, o di quando a inizio concerto Francesca è rimasta bendata in manette per dieci minuti senza poter iniziare a cantare perché il microfono aveva deciso di non funzionare in quel momento.
Mi piace molto curiosare dietro alla scelta del nome di un gruppo! Come è venuta alla luce questo lato oscuro?
Il nome della band The Dark Side of Venus allude al fatto che portiamo alla luce qualcosa che è oscuro: tirare fuori la propria identità a costo di infrangere qualsiasi convenzione. Per dirla con Erich Fromm, dare alla luce se stessi. È un percorso duro e non tutti trovano il coraggio di intraprenderlo, ma è l’unico modo per dare realmente senso ad una vita.
Ho notato che ogni membro del gruppo ha un bagaglio musicale differente dall’altro. Quali sono state le vostre influenze? Cosa, invece, vi accomuna tutti?
Hai perfettamente ragione, ognuno di noi ha un bagaglio artistico molto diverso da quello dell’altro. La cosa che ci accomuna tutti è però l’essere aperti alla musica nella sua interezza, senza preclusioni di generi. Ognuno porta all’interno del progetto il suo modo di suonare, e questo ci permette di creare musica più originale, non stereotipata e libera da canoni preconfezionati.
Dalle tracce dell’album “Power to victims” mi sembra di cogliere tematiche sulla crescita interiore, critica sociale, speranza e molto altro. Confermate? Cosa vi ha portato a scegliere “I don’t give a damn” e “I am never alone” come presentazione del progetto?
Esatto, “Power to victims” ha come filo conduttore l’emancipazione dalle costrizioni sociali, incluse quelle che abbiamo introiettato, e che spesso ci trasformano in carcerieri di noi stessi. La copertina del disco, realizzata dal grande fotografo Alfredo Sabbatini, esprime perfettamente questo concetto: ci sono due braccia incatenate, ma con le mani aperte, a indicare la volontà di rompere le catene. “I don’t give a damn” e “I am never alone” sono due brani molto rappresentativi del desiderio di liberarsi, rispettivamente, dalla paura del giudizio e dalla paura della solitudine.
In passato avete collaborato con Daniele Santori dei The Dogma. Sono previste nuove collaborazioni in futuro?
La collaborazione con Daniele è nata per caso, in seguito ad un tour europeo di Licia con i The Dogma in apertura ai finlandesi Lordi. Non escludiamo nuove collaborazioni in futuro: quando scatta un’alchimia tra musicisti è sempre un momento magico.
Avete già nuovi progetti in cantiere? Per quanto riguarda i live ci sono nuove date in arrivo per i The Dark Side of Venus?
Abbiamo già in cantiere i pezzi per il prossimo album! Per quanto riguarda i live, ultimamente abbiamo fatto vari concerti nella capitale, tra cui uno che ci è rimasto particolarmente nel cuore: all’Orion, in apertura ai leggendari Goblin di Claudio Simonetti. Per restare aggiornati sulle nostre prossime mosse, seguiteci sulla nostra pagina Facebook!
Che cosa ne pensate della scena musicale underground italiana attuale? Siete speranzosi?
Ci sono molti bei progetti che purtroppo non godono dello spazio che meriterebbero. C’è tanto, tantissimo talento sommerso, in un sistema che sembra non avere alcun interesse a valorizzarlo. È pieno di musicisti di valore, costretti a fare altri lavori per arrivare a fine mese. Noi ci aggrappiamo alla nostra vocazione, alla ricerca artistica della bellezza, perché la bellezza oggi è l’unica cosa in grado di dare una speranza.
The Dark Side of Venus, grazie ancora per essere stati con me oggi. Volete aggiungere qualcosa?
Grazie a voi! Invitiamo chi legge questa intervista ad ascoltare il nostro disco “Power to victims” su Spotify, a guardare i nostri videoclip su YouTube, e – se vi piace il nostro progetto – ad acquistare una copia dell’album sul nostro sito. Abbiamo un bellissimo pennarello argentato per scrivere dediche e autografi, non lasciatevelo sfuggire!