THE SCREAM: “Non ci siamo mai preoccupati delle reazioni del pubblico”

THE SCREAM: “Non ci siamo mai preoccupati delle reazioni del pubblico”

Ciao cari The Scream. Benvenuti nel nostro regno! Vi va di scaldare l’ambiente raccontandoci l’episodio che vi ha fatto capire che volevate fare musica? Quello che sanno soltanto gli intimi, che non ha letto mai nessuno.

Innanzitutto ciao a tutto il regno di Music.it e grazie per avere invitato a corte degli umili servi del rock’n’roll come noi! Forse non c’è un singolo momento che si è rivelato decisivo nella nostra scelta di fare musica. È stata sempre presente nella nostra vita e ci ha sempre accompagnato, da bambini con le prime cassette dei nostri genitori, da adolescenti durante le feste abusive in campagna e sulla radio a bomba nel cestino della Graziella. E tuttora in macchina, ai concerti e nella vita di tutti giorni! Da qui abbiamo capito che per noi la musica è molto di più. È una valvola di sfogo, una compagna di vita, un mezzo attraverso cui possiamo dire ciò che vogliamo liberamente e senza freni di alcun tipo! Riadattando un proverbio: “noi siamo quello che suoniamo!”.

Chi sono i colpevoli della vostra ispirazione e formazione personale musicale?

La lista è veramente lunghissima. Ne citiamo alcuni tipo Iron Maiden, AC/DC, Judas Priest, Metallica e Motörhead. Passando per Queen, Guns N’ Roses, Mötley Crüe, fino a Ramones, Sex Pistols, The Offspring e tutti i grandi miti del rock e punk e le straordinarie personalità che componevano questi gruppi. Con le loro storie fuori dagli schemi, il banchetto musicale di cui ci siamo nutriti, anche quello meno commerciale, è stato sempre decisamente vario e vasto!

La vostra città, Piacenza, ha contribuito in un qualche modo?

Noi siamo cresciuti e viviamo vicino a Piacenza, per l’esattezza Guardamiglio. È un paesino tra le campagne della bassa lodigiana, tra il grande fiume e l’autostrada. Voi penserete di una tristezza infinita, senza spazi culturali e per la musica. In effetti è così! Nonostante questo, qui ci sono tantissime persone che suonano e molti dei gruppi della nostra zona hanno componenti che arrivano da qui. Insomma, oltre all’aria malsana, qui soffia il vento del rock ’n’ roll! Forse proprio perché non abbiamo niente troviamo quella spinta incazzata che serve per dire a tutti che ci siamo.

Qual è, invece, il tour che ad oggi tenete sottocchio perché dovete andare almeno a uno dei concerti previsti?

Escludendo le vecchie glorie tipo Metallica, che abbiamo visto l’anno scorso a Torino, in questo periodo ci siamo presi parecchio bene con i Danko Jones. Siamo stati ad un loro concerto l’anno scorso e ripeteremo l’esperienza a novembre di quest’anno. Ci rivediamo abbastanza noi stessi nel loro modo di intendere la musica: diretta, semplice, adrenalinica, ma mai scontata.

The Scream, mi pare che la vostra sia un’influenza che, detta rovesciando Stanis di Boris, è “molto poco italiana”. A chi vi piacerebbe essere accostati e/o paragonati, invece, tra i musicisti che circolano oggi nel panorama nostrano?

Confermiamo quanto detto nella domanda, la nostra influenza è molto poco italiana. Forse perché, per quanto ci riguarda, non ci ha mai colpito molto il trend musicale del rock italiano, salvo qualche nome. Tipo Litfiba, PFM, Vanadium, Lacuna Coil, CCCP e la tornata punk Derozer, Punkreas, Impossibili, Los Fastidios. Potremmo nominarne moltissimi altri più sconosciuti che, di per sé, non hanno preso spunto dal panorama musicale italiano nemmeno loro.

Al primo ascolto dell’album, oltre a un’ispirazione Lemmyana, ho rintracciato prepotentemente The Offspring e un poco di “Bleach” dei Nirvana: possibile?

L’ispirazione Lemmyana è sicuramente la più forte e sinceramente anche quella che più volevamo far trasparire dai nostri pezzi. Ogni volta che qualcuno se ne accorge ne siamo fieri e felici. Vuol dire che la nostra idea di suono è stata compresa, oltre al fatto che per noi è un onore essere accostati ai Motörhead! E ancora sì, per quanto riguarda The Offspring! È uno dei gruppi che più ci influenza della scena punk-rock internazionale, e da cui traiamo spunto soprattutto per il cantato è la velocità. Invece, l’accostamento con “Bleach” dei Nirvana è una novità anche per noi.

“Req. Of Redemption” è un prodotto d.i.y.: questa è una scelta etica oppure dettata dalle circostanze?

Metà e metà! Questo disco è abbastanza personale e alcuni pezzi parlano di noi, dei nostri stati d’animo in modo diretto. Abbiamo deciso di autoprodurlo per noi stessi. E poi questo sentivamo “Req. Of Redemption” letteralmente nella pancia. Avevamo l’urgenza di lanciarci nel mondo, di farci sentire il prima possibile. Abbiamo corso. Tutto è stato scritto, prodotto, registrato e fatto uscire in un anno netto. Non abbiamo usato nessun minuto di questo tempo per cercare produttori od etichette. Siamo stati impazienti a pubblicare “Req. Of Redemption”, ma siamo molto soddisfatti del risultato.

Nel comporre l’album, quanto avete pensato al pubblico per cui caricarvi di aspettative nella ricezione della vostra musica?

In realtà non abbiamo pensato molto a come il pubblico poteva reagire. Abbiamo cercato di essere il più spontanei possibile, cercando di fare quello che ci veniva più naturale senza sconti o freni. Crediamo che per piacere agli altri prima bisogna essere convinti di quello che si fa, poi le reazioni sono quello che sono. Possiamo piacere o non piacere, essere capiti oppure no, ma fa parte del gioco. Se ci fossimo preoccupati delle reazioni del pubblico, probabilmente alcuni pezzi non sarebbero stati mai fatti o comunque fatti diversamente.

Avete in programma di fare un tour?

Ci piacerebbe molto fare un bel tour con un po’ di date fuori dalla nostra zona e ci stiamo organizzando per il periodo primaverile/estivo. Ma niente ancora è sicuro ad oggi.

Ora che vi siete ritrovati ed efficacemente collaudati, quali sono i vostri progetti futuri?

I progetti e le idee per il futuro non mancano. Siamo carichi come bombe e forse esserci riformati dopo tanto tempo di digiuno ci ha fatto capire che ogni secondo è prezioso. Stiamo scrivendo pezzi, suonando tanto e rompendo i coglioni a destra e a manca per promuoverci. Sicuramente per il futuro faremo un altro disco di cui abbiamo già cinque pezzi pronti e altri in lavorazione. Poi abbiamo una nuova idea per il video, ma dovremo aspettare la bella stagione per realizzarlo. Stiamo cercando di organizzare date su date e, infine, abbiamo ricevuto una bella notizia che per scaramanzia non diciamo!

The Scream, dobbiamo salutarci. Chiudiamo in bellezza, ovvero: aggiungente qualcosa che vorreste dire e che non avete ancora detto, qualunque cosa, non censuriamo nessuno.

Vi lasciamo con un aneddoto di uno dei nostri primissimi live. Andiamo indietro fino ai nostri 15 anni. Facevamo ancora cover e dovevamo suonare per un contest parrocchiale della nostra provincia nel nostro oratorio. Avevamo occupato gli spogliatoi dietro il palco e ci stavamo preparando per suonare bevendo birra e vodka con gli amici e un altro gruppo in gara. Ad un certo punto, entra il ragazzo che presentava la serata per farci qualche domanda, tra cui “Qual è il vostro motto?’’. “Il nostro motto è Heavy Metal P.D.!”. Quando ci ha presentato dicendo il nostro motto abbiamo sentito sia il gelo della gente dell’oratorio, che le risate e gli applausi dei nostri amici. Sul palco c’era allestita una scenografia di un vecchio spettacolo. Alla fine del live abbiamo raso al suolo tutto! Ovviamente il contest non l’abbiamo passato. Ma la gente era in delirio e, per noi, avevamo vinto!