I Tre Chiodi.
I Tre Chiodi.

TRE CHIODI: “I chiodi sono di ferro, arrugginiti dal tempo”

Oggi abbiamo con noi i Tre Chiodi! Raccontatemi qualcosa di particolare che vi è accaduto legato al mondo musicale! Sinceramente ho quasi paura a chiederlo, ma ormai penso sia tardi.

Ci è capitato di vincere, due anni fa, un concorso musicale in cui nella giuria c’era Gip de Le Iene, anche se non abbiamo ancora capito perché, e presenziava Omar Pedrini. Quest’ultimo, commentando la nostra vittoria, ha detto: Se dovessi portare domani un gruppo a Londra chiamerei i Tre Chiodi. Non l’abbiamo più sentito. Volevamo cogliere l’occasione per dirgli che può scriverci sulla pagina Facebook: rispondiamo direttamente noi. E che dal 20 al 31 agosto siamo in ferie, ma dopo siamo liberi.

Per creare il vostro rock marcio, nato dalla fusione di diversi generi musicali, a chi vi siete ispirati? Il maestro di biologia alle superiori non vale!

Abbiamo preso tutto quello che eravamo e lo abbiamo messo a fermentare. Se dovessimo per forza personificarlo diremmo che ci siamo ispirati ad un immaginario avvocato di GG Allin, o a sua madre, insomma a una figura nata per farlo comprendere, giustificarlo, renderlo accettabile. Ovviamente gli dedichiamo la canzone “Colon”.

Vivisezionando il vostro primo album “Murmure”, si evince che ogni traccia prende il nome da una parte del corpo. Da cosa nasce questa necessità di comunicare ascoltando il proprio corpo? In che modo avete scelto le singole parti?

Ci siamo accorti che continuavamo a improvvisare testi che riguardavano corpi che si incontravano, si univano, si spezzavano. Abbiamo capito che avevamo la necessità di parlare di noi in modo concreto, non idealistico o astratto. Siamo partiti da pezzi di corpo per raccontare le relazioni che riconosciamo coi nostri simili. Abbiamo usato i rapporti tra le articolazioni per parlare di amore, amicizia, rabbia e tradimento. Abbiamo scelto le singole parti lasciando che fossero loro a presentarsi. Le prime nove che hanno risposto sono finite nel’album. Non è un caso che i primi due pezzi composti siano coinvolti nell’articolazione fonatoria: “Denti” e “Lingua”.

Musiche energiche e graffianti, testi crudi e senza restrizioni. Se non sbaglio, inoltre, nel brano “Cuore” è presente un’altra voce. È il cuore al quale stavate mormorando?

Abbiamo la fortuna di avere amici musicisti molto bravi, e a quattro cantanti abbiamo chiesto di partecipare con le loro voci. In “Cuore” canta Folake, degli Hit-Kunle, in “Vertebra” c’è Andrea delle Cento Scimmie, in “Orbite” Il Reverendo degli Un giorno di Ordinaria Follia. La voce/motosega di “Colon” e “Anche” è di Mirko degli 8fulstrike.

Dopo questo particolare e curioso esperimento a che cosa state lavorando? In che modo ci sorprenderete in futuro?

Stiamo lavorando a dei pezzi nuovi. Probabilmente sta venendo fuori un nuovo concept, ma per ora non possiamo svelare nulla. Abbiamo visto che l’hype fa il 70% delle visualizzazioni, che fanno il 90% dei like, che fanno il 93% del motivo per cui ti chiamano a suonare nei festival, quindi vogliamo provare a farlo crescere, a costo di dover proporre una musica pessima, banale, scontata, auto-commiserevole, rassicurante, che parli della scomoda sensazione di quando si toglie la linguetta dei pacchetti dei fazzoletti, e il mondo sembra dirti che non vale la pena piangere per lei.

Il nome Tre Chiodi da dove proviene? Fa sempre riferimento a qualcosa di simbolico e non comune?

I chiodi sono di ferro, arrugginiti dal tempo, sono lunghi e penetrano carni e legno senza deformarsi. Restano loro stessi raccontando storie; perforano gli strati e li fissano gli uni agli altri, componendo materie eterogenee in modo da creare nuovi significati.

Ragazzi, ho finito di mettervi in croce con le mie domande. Grazie per essere stati con noi! Se volete aggiungere altro non esitate!

Vi ringraziamo di cuore dello spazio che ci avete offerto, speriamo di poterci beccare presto per una birra, magari sotto al palco, magari dopo un nostro concerto. Anche a chi ci legge, con ardore. Quello che più ci fa godere – musicalmente, s’intende – è suonare in faccia alle persone, con amore. Speriamo che voi possiate essere presto parte ti questa orgia – musicale.

Exit mobile version