Il metallo, a partire dagli ultimi anni ’80, non è monolitico come quello delle origini rispetto a quello che accade in tutta la scena musicale. Ogni contaminazione ha dato vita a una nuovo genere, proprio come quando al ferro si fonde una certa percentuale di carbonio per ottenere una sottospecie di acciaio.
I Vixa non sono puristi. Nel loro album di debutto, “Tutto a posto”, non viene risparmiata la minima possibilità di contaminazione. Duttili musicisti, si dimostrano leggeri come i soffioni scelti per la copertina dell’album, in procinto di liberarsi dopo una potente espirazione, segno che il desiderio fosse stato espresso. Metallo e sfumature hardcore, con venature noise à la The Jesus Lizard e anche alternative à la Helmet, il primo lavoro dei ferraresi Vixa risulta un ascolto unico.
La terza lettera di Vixa non si pronuncia ‘ics’ ma ‘per’
In “Sbaglio da me” trasudano i primi anni ’90, per la scelta di non negare un dialogo anche con il grunge, soprattutto quello dei Soundgarden. Il singolo estratto “Borderline” ondeggia schizofrenicamente tra rap e screaming, non cedendo alla tentazione hardcore, restando in bilico sul crossover. Il transito tra le tracce di “Tutto a posto” è fluido, come se la seguente germinasse dalla precedente. La chiusura in elettronica accompagna con delicatezza verso un altro brano. Fischi interessanti all’apertura di “Immobile”, per poi affrontare un’emotività troppo spesso contestata al numetal. Le ondate di scariche percussionistiche si ritirano proprio come la spuma marina grazie a un sapiente uso degli effetti. Ma è nella strumentale “Strum (pt. 1)” che i Vixa danno il meglio di se stessi.
I Vixa sono essenziali e non peccano di ridondanza
Giocano con suoni disturbanti, le corde del basso emanano un suono ricoperto di diversi strati di riverbero. I piatti della batteria sembrano far risuonare catene infernali. Dopo la scarica hardcore di “Riserve di Calma”, l’ermetica “Strum pt. 2”. Strutturata come una jam elettronica, la seconda dose di strumentale è meno generosa. Scivolando verso la fine dell’album, l’epurazione di ogni traccia di scream fa descrivere al disco una curva piuttosto decrescente dal punto di vista energetico. I Vixa dimostrano in “Tutto a posto” di muoversi meglio nei grandi spazi compositivi. Se il nome è presagio, se anche solo una lettera può essere risparmiata, la band ferrarese lo farà. Ma tra l’essere prolissi e atomicamente condensati, resta il soffione: una volta liberato dalla radice, può prendersi tutto lo spazio che vuole.