Arriva un momento in cui credi sia giusto incominciare a prendere sul serio la vita. Quel momento per Ivan Talarico è arrivato a trentasette anni. Ma non a prendere sul serio la vita piuttosto a capire che era arrivato il momento di dare un ordine a tutte quelle canzoni, sparse, che da anni ha portato in concerto in tutta Italia. L’idea di dar vita a “Un elefante nella stanza”, è diventata realtà anche grazie all’incontro con il cantautore e produttore artistico Filippo Gatti e con il produttore esecutivo Gian Luca Figus.
Ivan Talarico è un insaziabile artista. Dal teatro, passando per la poesia, è arrivato alla musica. Definire “Un elefante nella stanza” non è un’impresa da poco. L’ironia che fuoriesce dal primo ascolto nasconde l’essenza di un’incomprensione profonda tra l’uomo e l’universo. Nelle canzoni che aprono e chiudono il disco “Ho molte cose da dire ma non mi so spiegare”, “Ho superato me stesso, mi aspetto al bar per bere una cosa insieme” e la settima “Il mio occhio destro ha un aspetto sinistro”, la comunicazione è pressoché impossibile. È un po’ come parlare il linguaggio degli animali. Non è un caso se tutte e tre le canzoni si aprono con suoni che evocano la natura.
Ivan Talarico in “Un elefante nella stanza” nasconde l’essenza di un’incomprensione profonda tra l’uomo e l’universo
Se c’è qualcosa che veramente caratterizza l’uomo e lo salva dal suo essere pura materia è l’amore, che viaggia tra le note del disco senza soluzione di continuità. Non importa che sia un amore impossibile, riciclato, incompreso o semplicemente un amore per sé stessi. Con il suo inconfondibile stile, Ivan Talarico tocca le mille sfumature che appartengono ad un «tenero, amaro e bellissimo sentimento», come canta in “L’elefante”. Un gioco di parole e paradossi e un vortice di follia dal ritmo incalzante sembra imprigionare l’ascoltatore di “Carote d’amore”. Il tutto attraverso l’impressionante capacità del cantautore nel parlato veloce, anzi, velocissimo.
“Un elefante nella stanza” è un disco poliedrico, specchio dello stesso artista che alterna arrangiamenti acustici ad una moderata elettronica. In conclusione “Un elefante nella stanza” è la dimostrazione che Ivan Talarico è un artista che non smette mai di mettersi in gioco, sempre alla ricerca di nuove forme, di piccole gioie che caratterizzano quel suo mondo di ingenua leggerezza.