I Concrete Mountain tengono fede al suo nome. “Haze Dazed” si trascina lento, pesante e inesorabile, come una colata di cemento nerastro da Black Sabbath degli anni 2020. Stoner fino al midollo, nella fedeltà completa agli stilemi del genere sta tutta la sua forza ma anche il suo limite maggiore. Ma album di questo tipo sono fatti per il puro piacere di suonare, di esprimersi in un determinato modo. “Haze Dazed” consta di cinque fluviali tracce, la cui prominente strumentalità è interrotta, a tratti, da un cantato distorto, dall’effetto estraniante. Un viaggio oscuro, funereo e sotterraneo, che comincia con la curiosa “Camionaut”. Curiosa, perché la traccia usa una citazione di uno dei personaggi più “buoni” di Sylvester Stallone (Lincon Hawk, camionista di “Over the Top”) come scusa per tirare fuori una traccia notturna, ruvida, dilatata, che sembra raccontare davvero il lato oscuro della vita di un camionista.
“Haze Dazed” dei Concrete Mountain è un massiccio album stoner, formato da cinque fluviali tracce
“Black Zero Gravity Void” ci risucchia in un ‘atmosfera più siderale, complice la calma apparente creata dai primi quattro minuti, che sfociano un un crescendo di cupezza. “Hill Bomb” prosegue su questa linea, ruvida, squadrata e ossessiva. Più onirico, invece, il mood creato da “G.P.L. Gravity Plumb Launcher”, ma sempre molto ossessivo nel suo incedere lento e minaccioso, che diventa frenetico solo sul finale. L’album si chiude su “Desert Foam”, un altro crescendo simile a “Black Zero Gravity Void”, ma privo dell’esplosività che mi sarei aspettato da un brano finale. Una conclusione anticlimatica, che mi è sembrata il momento meno convincente di “Haze Dazed”. Tirando le somme, un ascolto attento di questo primo full lenght dei Concrete Mountain porta alla conclusione che non si tratta di un album perfetto, anzi, è ben lontano dall’esserlo.
“Haze Dazed” è un lavoro che vive e muore del suo sound ruvido e ossessivo, ma che non manca di azzeccate soluzioni di mood
Autocompiaciuto nel dilatare momenti e suggestioni anche per minuti, può risultare un lavoro pesante, e certamente non per tutti. Il sound, la sincerità del cantato e le scelte a tratti molto azzeccate del comparto strumentale, però, lo rendono un lavoro che è difficile dismettere con superficialità. Credo che i Concrete Mountain debbano ancora rifinire il loro sound. Renderlo meno grezzo, più personale e riconoscibile, ma penso che ne abbiano tutti gli strumenti. Staremo a vedere.