VIVIANO DAVO: "Mischio musica, interpretazione e teatralità insieme" • MUSIC.IT
Il cantautore Viviano Davo.
Il cantautore Viviano Davo.

VIVIANO DAVO: “Mischiare musica, interpretazione e teatralità insieme mi piace moltissimo”

Ciao Davide. Iniziamo subito con la domanda di rito delle nostre interviste: ci racconti un aneddoto o un episodio riguardante la tua musica, che non hai mai rivelato a nessuno?

La mia musica nasce in età adolescenziale. Non avevo molta consapevolezza di ciò che sarebbe successo, ma poi col passare degli anni e con la mia vita movimentata, cominciai a scrivere testi sulla mia vita personale, aiutandomi così a capire cosa veramente mi facesse stare bene.

Ballare gli anni ’80, una delle tracce del tuo ultimo EP “E sogno”, è un evidente tributo alla musica di quel favoloso decennio, con tanto di citazione a Sabrina Salerno e Bronski Beat. Quali sono le tue principali influenze musicali?

Diciamo che ogni decennio ha la sua bellezza musicale. Sono attratto da questo periodo perché in parte l’ho vissuto, ed ho voluto citarlo e trarvi ispirazione, facendo nascere così “Ballare gli anni ’80”.

Vieni da Napoli, ma vivi a Roma: come hai vissuto la tua musica in relazione a queste due città? Che differenze hai riscontrato nella scena romana rispetto a quella napoletana?

Le mie origini non le posso dimenticare, saranno sempre presenti ovunque vada. Come ogni grande metropoli ci sono pregi così come difetti; per quanto riguarda la musica così come altri aspetti di vita non mi piace fare differenze.

Le tue canzoni richiamano sonorità anni ’80, con contaminazioni reggae e dance; ritieni che lo scopo principale della tua musica sia far ballare chi l’ascolta?

In realtà mi piace fondere più generi musicali. Oltre a pensare che le persone ballano e si divertono, penso anche che sia stupendo trovare delle canzoni più intimiste.

Raccontaci delle tue esperienze live: quale tipo di pubblico ti dà maggiori soddisfazioni ai tuoi concerti?

Ho cantato in alcuni spettacoli teatrali. Mi sono molto divertito, mischiare musica, interpretazione e teatralità insieme mi piace moltissimo.
Trovo soddisfacente qualsiasi target di pubblico, l’importante è che si sta insieme e ci si diverte!

“E sogno” è il tuo primo EP. Quanto tempo ha richiesto la sua scrittura e la sua produzione? È cresciuto dentro di te lentamente oppure è esploso in breve tempo?

Circa due anni tra scrittura ed altro. Alcuni testi li ho scritti in più fasi, alcuni anche in pochi giorni, quando avevo l’ispirazione giusta scrivevo o canticchiavo una melodia. Nel cassetto ho cose anche molto vecchie ma non so se un giorno le canterò, al momento mi vivo questo progetto, poi vedrò.

Hai qualcos’altro da aggiungere?

Che la musica possa essere sempre fonte universale che lega gli esseri umani, un po’ come quando guardi un concerto: tutte le persone che ti sono intorno le osservi e noti che dimenticano le angosce della vita e che tutti stanno insieme senza nessuna differenza.