BIG SANREMO 2020: i PINGUINI TATTICI NUCLEARI porteranno RINGO STARR all'Ariston
I Pinguini Tattici Nucleari faranno parte dei Big della 70esima edizione del Festival di Sanremo.
I Pinguini Tattici Nucleari faranno parte dei Big della 70esima edizione del Festival di Sanremo.

BIG SANREMO 2020: i PINGUINI TATTICI NUCLEARI porteranno RINGO STARR all’Ariston

Tra le tante chiacchiere di questa settantesima edizione del Festival Di Sanremo, non potevano mancare di certo quelle a proposito dei Pinguini Tattici Nucleari. A questo punto iniziamo a pensare che forse questo paese non è pronto ad ascoltare nulla che sia nuovo, in quanto lo si fa costantemente con il coltello tra i denti, pronti a criticare qualunque cosa esca fuori dagli standard.

Anche la band bergamasca finisce nel mirino degli ascoltatori, specialmente per le parole del brano “Irene”. L’inizio del testo sembra essere violento e volgare, incita alla violenza. Almeno questo è il messaggio che ha tentato di attraversare il web senza successo. Sarà forse perché il brano in questione è tutto fuorché violento e sessista? O forse perché prima di criticare una canzone bisogna ascoltarla? Sarà forse perché 50 milioni di ascoltatori su Spotify sono stati più attenti dei critici musicali? Non sta a noi determinarlo, e preferiamo tirarci fuori da questo ginepraio e raccontarvi in poche parole chi sono i Pinguini Tattici Nucleari.

Come nascono i 6 pinguini?

La storia di questi 5 ex compagni di scuola prende vita nel 2009. Sembra che il nome sia quello di una birra artigianale di produzione inglese prodotta proprio in quell’anno. Sicuramente anche il nome stravagante ha incuriosito i primi fan, che poi sono stati conquistati dal suono indie rock della band. Un sound singolare che riesce a miscelare senza problemi cantautorato, indie, hard rock e blues. Insomma, i Pinguini Tattici Nucleari trovano immediatamente la loro strada e si distinguono con il primo album autoprodotto, che prende il nome di “Cartoni Animali”.

Ci vorranno due anni prima che la band di Riccardo Zanotti (voce e chitarra), Nicola Buttafuoco (chitarra), Lorenzo Pasini (chitarra e cori), Simone Pagani (basso e cori) Matteo Locati (batteria) e Elio Biffi (tastiera, fisarmonica e voce) inizi a raggiungere un pubblico più ampio. Succede con il primo album: “Il re è nudo”.

Testi spesso leggeri e ricchi di metafore, sono il tratto caratteristico della band. Un modo come un altro per far passare un messaggio, e che sembra funzionare. Così da lì a tre anni usciranno successivamente “Diamo un calcio all’Aldilà” e “Gioventù Bruciata”. I due album portano la band sulla bocca di tutti i ragazzi sotto i 30 anni circa.

Un mondo nuovo fatto di musica digitale, che corre tra le condivisioni dei social e le visualizzazioni sui siti di streaming, dove i Pinguini Tattici Nucleari riescono a colpire come un pugno allo stomaco i fan, che si affezionano sempre di più al gruppo. Gruppo che evidentemente riesce a incanalare il disagio esistenziale e i problemi dei coetanei in pochi minuti di testo, in una lingua che sembra essere sconosciuta a chi ha messo piede sulla terra prima degli anni ’90.

Dentro l’Ariston e Fuori dall’Hype

“Fuori dall’Hype” è il “pinguino neonato” che vede la luce nel 2019 ma che riesce a superare di gran lunga i lavori precedenti, forse anche grazie al supporto di Sony Music Italia, che prende la band sotto la sua ala. I singoli “Verdura” e “Sashimi” sono un successo, ma è tutto l’album a riservare una sorpresa dopo l’altra. proprio per questo i Pinguini Tattici Nucleari riescono a partecipare al Rock in Roma con una grandissima affluenza, e avviare il loro tour per i palazzetti con la prima data che va subito sold out. 

Sono pronti per debuttare all’Ariston con il brano “Ringo Starr”. Forse non saranno abbastanza maturi o esperti da poter essere inseriti nei Big del Festival di Sanremo, ma probabilmente saranno gli unici a rappresentare quella porzione di pubblico che altrimente ignorerebbe completamente la kermesse, totalmente fuori dai loro standard se non per qualche altro nome. Se il pubblico non è pronto ad affrontare nuova musica e continuerà ad ancorarsi al passato, il festival sarà destinato a perire entro pochi anni. Bisogna guardare con rispetto al passato, ma vivere nel presente e pensare al futuro.