CATERINA: "Una canzone è lasciare qualcosa di sé, a modo loro sono belle tutte"
Caterina in uno scatto di Elia Cattaneo
Caterina in uno scatto di Elia Cattaneo

CATERINA: “Una canzone è lasciare qualcosa di sé, a modo loro sono belle tutte”

Ciao Caterina e benvenuta su Music.it. È un piacere poter scambiare quattro chiacchiere con te. Noi abbiamo una tradizione per aprire le nostre interviste, quindi inizio subito rispettando le regole e chiedendoti se hai un ricordo o un aneddoto particolare legato a qualche tuo concerto live, che non hai mai raccontato a nessuno… o quasi.

Ciao Music.it! Di storie da raccontare ce ne sono un sacco, se non le racconto è perché ne ho combinata una delle mie (ride). Ogni tanto perdo la cognizione di quello che faccio, ad esempio quella volta che suonando al Forum di Assago per i BootCamp di X Factor e mi sono dimenticata di mettere gli in-ear, gli “auricolari” che mi permettevano di sentire cosa cantavo, (quelle piccole cose fondamentali) e mi sono dovuta fermare. Per fortuna ora ci posso ridere su!

Parliamo un po’ di te e del tuo passato, fino a tornare alla prima volta che hai imbracciato la chitarra. Ricordi esattamente quel momento oppure è solo un’immagine sfocata? Puoi raccontarcelo?

Canto sin da quando ne ho ricordo, semplicemente per il bisogno di stare bene. Essendo sempre stata una bambina molto emotiva, cantare per me era un modo per rincuorarmi e anche ora il “canta che ti passa” assieme alla scrittura sono sicuramente i metodi migliori per riequilibrarmi. A tredici anni ho scoperto che negli armadi di casa della nonna c’era questa vecchia chitarra mai usata: non sapevo nemmeno come accordarla infatti all’inizio ho rotto un sacco di corde, ma in questo caso un po’ di sana testardaggine mi è servita. Mi sono messa in testa che avrei imparato a suonare e così è stato.

Quali erano gli artisti che amavi o di riferimento? (Tutti abbiamo sognato di essere frontman della nostra band preferita ed esibirci davanti a migliaia di persone) anche per te è cosi e in caso chi avresti voluto emulare?

Quando ero piccola io non c’erano tutte queste piattaforme musicali ma fortunatamente mio papà aveva delle ottime cassettine a nastro e in macchina si ascoltava Stevie Wonder, Zucchero e tanti altri, oppure “Radio Caterina” che consisteva nel farsi tutto il viaggio con me che cantavo cose a caso sentite magari alla radio o nei programmi Tv del sabato pomeriggio, in lingue completamente inventate, con durate imprevedibili. Poi è arrivato il lettore Mp3 e a quel punto sono iniziati i grandi “viaggi”, tipo fare parte delle Spice Girl, essere Lady Gaga, o suonare gli assoli per Michael Jackson…A dieci anni tutto è possibile!

Nel 2016 a soli 20 anni hai partecipato a X Factor, quanto pensi che oggi possa essere importante un talent o un programma televisivo ai fini della visibilità di un artista?

Sicuramente il talent è una buona vetrina e un’opportunità di vivere e fare cose che non capitano tutti i giorni, penso però che negli ultimi anni molti nuovi artisti stiano emergendo da strade differenti e che quindi non per forza si debba passare da un talent. È giusto che ognuno faccia quello che si sente di fare: se il talento e le cose da dire ci sono, la gente prima o poi se ne accorge a prescindere dal percorso. Le canzoni belle rimangono.

Successivamente ti sei trovata a confrontarti con nuove realtà, a scrivere la tua musica e aprire concerti a grandi nomi come Max Gazzè, Cristina Donà e Irene Grandi. Oggi hai i tuoi singoli all’attivo e sei in procinto di pubblicare il tuo primo album. Chi degli artisti incontrato ha lasciato un’impronta in te?

Ogni artista che ho incontrato mi ha lasciato qualcosa e per me è una grande opportunità di crescita poter vedere attraverso i loro occhi questo lavoro che tanto mi affascina e che loro portano avanti da ormai molto tempo.

Parliamo del tuo ultimo singolo “Quando”: come nasce questo testo? Quanto di te c’è in questa brano?

“Quando” nasce per il bisogno di avere un disegno chiaro di come vorrei che fosse l’amore per me, con annesse le sue paure, incertezze, e difficoltà che poi sono le mie. In un mondo in cui il sentimento autentico sembra essersi perduto mi chiedevo perché quando c’è, non ci permettiamo di viverlo a pieno.

Un singolo dalle tonalità allegre che, contrariamente al suo titolo sembra voglia dire che non bisogna aspettare, che il “quando” in realtà è un “ora” sbaglio?

Sì in sostanza è così, “quando” è solo una misura approssimativa: non esiste momento migliore per chi si aspetta da tutta la vita.

In primavera finalmente il tuo primo album da solista, con gli arrangiamenti di Clemente Ferrari. Cosa possiamo aspettarci da quest’album? Puoi darci un’anticipazione?

I brani nel disco trattano di vari argomenti, sono sempre comunque analisi introspettive, pensieri a tratti anche ironici, e paure che spero possano servire a chi li ascolterà a sentirsi capiti un po’ di più. In fondo siamo molto più simili di quanto crediamo.

Ultime due domande prima di lasciarti andare: Quale è la canzone che Caterina avrebbe voluto scrivere?

Mi piange un po’ il cuore a doverne scegliere una sola, così a caldo oggi dico “Io sono l’altro” di Niccolò Fabi.

Quale invece quella che non avrebbe mai voluto scrivere?

Fortunatamente la musica va a gusti, una canzone è lasciare qualcosa di sé, a modo loro sono belle tutte.

Bene, è arrivato il momento di lasciarci: di seguito ti lascio un po’ di spazio per aggiungere tutto quello che vuoi, sperando di non averti annoiata troppo. A presto!

Grazie per queste vostre domande, che sia un buon anno, un abbraccio.
Caterina.