CLOUDCHASER AND OLD SONGS definisce il suono degli HUMAN COLONIES
Giuseppe, Sara e Pietro sono gli Human Colonies.
Giuseppe, Sara e Pietro sono gli Human Colonies.

CLOUDCHASER AND OLD SONGS definisce il suono degli HUMAN COLONIES

Se vi piacciono le atmosfere post punk, le distorsioni spinte al massimo e gli overdrive che vanno fuori scala, allora questo EP fa decisamente al caso vostro. Parliamo infatti di “Cloudchaser and Old Songs” degli Human Colonies. La band in quel della Valtellina, tra il Lago di Como e le montagne, tira fuori un suono decisamente aggressivo.

Mantengono sempre il tiro alto con ogni brano, rifacendosi a gruppi che hanno fatto la storia del genere come i Sonic Youth ma spostandosi, rispetto ai lavori precedenti, verso l’indie americano. 4 tracce di pura adrenalina, condite da riverberi esagerati e suoni accattivanti. Non c’è una vera e propria innovazione musicale in questo disco. Semplicemente gli Human Colonies fanno quello che gli piace, e lo fanno bene.

Quando si abbandona l’idea di dover fare qualcosa che piaccia per forza al pubblico, allora si creano brani come questi

Se quello che cercate in un brano è la ricerca della pulizia del suono, la perfezione tecnica o chissà quale virtuosismo invece, avete assolutamente sbagliato disco. Qui si da più spazio alle emozioni e al sentimento piuttosto che alla tecnica. Perla tra le quattro, se ne dovessi scegliere una, sicuramente “S. J.” che è il brano che riesce a trasmettere, oltre il muro di suono, più personalità.

È sempre bello recensire un disco senza grandi pretese, perché di questo si tratta. Uscire fuori dalla musica moderna e fare quello che sentiamo. Se questo genere in Italia non funziona, o non è  adatto alle orecchie degli ascoltatori più sensibili, beh, è un loro problema. O almeno questo è quello che sembra trasparire. Insomma, l’unica pecca di questo disco è semplicemente una: un vero peccato che finisca così presto!