Con "Quattro Giornate Fuori Porta" i THE CLAN tornano a casa.
La formazione dei The Clan
La formazione dei The Clan

Con “Quattro Giornate Fuori Porta” i THE CLAN tornano a casa.

Arriva dopo tre album in inglese, ad eccezione di alcune poche canzoni, il quarto lavoro dei The Clan. Composto e cantato interamente in italiano, “Quattro Giornate Fuori Porta” segna un nuovo inizio per la band brianzola nata nel 2013. Band sempre produttiva che dal 2014 ha collezionato in Italia e all’estero, ben 250 concerti, segnando il palco come loro habitat prediletto. E così la loro musica non è affatto difficile immaginarsela live, tra urla, balli e salti che accompagnano le sonorità folk e celtic rock ma che sfociano anche nel punk e nello ska. E infatti tra i collaboratori nei precedenti album troviamo nomi sacri come Punkreas, Modena City Ramblers e Vallanzaska.

Quattro tracce per “Quattro Giorni Fuori Porta”, forse per non giocarsela troppo e prendersi con calma quello che è a tutti gli effetti un nuovo inizio per i The Clan. Perché invece di guardare al potenziale bottino all’estero dove il genere celtic rock trova terreno più fertile, la band torna a casa. Al contrario di quanto si possa pensare, al quarto album, la maturità artistica che ne deriva non cerca per forza il consenso assoluto. Cerca semmai, ancora di più, lo strumento più efficace per parlare di ciò che preme dal profondo. Quindi senza filtri e senza inganni, i The Clan scelgono la loro lingua madre per portare alla luce argomenti diversi.

I The Clan tornano con “Quattro Giorni Fuori Porta”, quarto album cantato stavolta interamente in italiano.

Da qui forse deriva quel “fuori porta” del titolo, da un viaggio cioè verso qualcosa di nuovo e che fino ad allora pensavamo essere lontano dalle nostre corde e dalle nostra attitudini. Mentre le quattro giornate sono la didascalica presentazione dei racconti all’interno dell’EP. Le tracce di “Quattro Giornate Fuori Porta” infatti sono tutte brani che raccontano un personale punto di vista di un giorno in particolare. “Il giorno più freddo dell’anno” è la storia di Rachele, una cerva uccisa da un cacciatore, con la quale i The Clan denunciano il loro disappunto riguardo la caccia come puro sport d’intrattenimento.

“Il giorno con te” è la personale riflessione su una vita sempre più veloce e fin troppo pieni di stimoli che possono anche sviarci dai nostri piani. Serve sempre allora qualcosa che ci ricordi dove è che vogliamo veramente andare, con tutta la felicità possibile in questo mondo di contrasti. “Il giorno prima di morire” è la vera storia di Angelo che ha rischiato di morire improvvisamente per un problema di salute apparentemente banale. Da qui la lucida riflessione su quanto sia difficile lasciare un’impronta considerevole su questa terra, e quanto sia facile invece lasciarla in assoluto silenzio.

Le tracce di “Quattro Giornate Fuori Porta” sono brani che raccontano un personale punto di vista di un giorno in particolare.

Chiude “Quattro Giornate Fuori Porta”, la traccia “Il giorno migliore”, dove una bambina confessa il suo malessere dovuto al divorzio del genitori. I The Clan così hanno dimostrato di aver preso una netta posizione riguardo il loro impegno. Sebbene la musica che li contraddistingue non sia certo scomparsa in questo quarto lavoro, restando dunque un pilastro della loro attività, è chiaro che i testi prendono il primo posto. Non sappiamo quanto questo sia stato consapevole nella loro coscienza di artisti, ma cantare in italiano un album autoprodotto e autodistribuito, è stata, osiamo dire, una posizione politica ben delineata.

Non è per i rimandi a generi come il folk e celtic rock, né per i sapori presenti del punk e dello ska. Neanche per la somiglianza della voce del cantante Angelo Roccato con il timbro di Andrea Appino degli Zen Circus. Ma per la volontà di rimettere in chiaro il significato di musica indie, genere che in Italia è stato fin troppo inflazionato. Addio a sintetizzatori, a testi approssimativamente nosense e ai rimandi anni Ottanta. Se oggi non si tende più a separare il pop, il commerciale e l’indie, è anche vero che i The Clan, sebbene con un lavoro imperfetto e che non brilla tra i nomi del genere alternativo, tornano alle origini dove la musica indipendente ha ancora un senso.