DAVIDE SHORTY: "Migliorarsi dovrebbe essere una ragione di vita"
Davide Shorty ci parla del suo nuovo singolo "CANTI ANCORA?!".
Davide Shorty ci parla del suo nuovo singolo "CANTI ANCORA?!".

DAVIDE SHORTY: “Migliorarsi dovrebbe essere una ragione di vita”

Ciao Davide Shorty, ti diamo un caloroso benvenuto su Music.it, siamo tutti molto curiosi di sapere se “CANTI ANCORA?!”. Ma prima che ne dici di raccontarci qualche aneddoto imbarazzante che riguarda la tua lunga carriera nel mondo della musica?

Bella domanda. Una volta ho cantato a Palermo per la commemorazione di Giovanni Falcone al famoso Albero Falcone proprio sotto il palazzo in cui viveva. 5 minuti prima di salire sul palco mi scappava la cacca. Ho chiesto al portiere del palazzo se potessi usare un bagno, per caso lì c’era la persona che adesso vive nell’appartamento che un tempo era proprio di Giovanni Falcone.
In poche parole ho fatto la cacca nel cesso privato di Giovanni Falcone. Imbarazzante ma anche in qualche modo glorioso!

Come ti presenteresti per tutti quelli che non ti hanno mai visto sul grande schermo?

Se non mi hanno visto li meglio. Ciao sono Davide, faccio il rapper, canto e faccio le basi. 
Vivo a Londra, ma torno spesso in Italia a suonare. Spendo sempre più di quello che ho in dischi e la musica è tutta la mia vita. Sono un convinto cittadino del mondo e credo molto nell’universo e nella legge d’attrazione (Poi probabilmente canterei qualcosa…sperando non si spaventino e scappino via!).

Come hai trascorso questo periodo di Lockdown? è stato fruttuoso? 

Molto produttivo. Ho scritto tanto, meditato, fatto yoga, cucinato, ho prodotto un beat tape di 15 tracce che ho messo sul mio bandcamp, “LCKDWN TAPE”, ho ultimato e fatto uscire un disco con i Funk Shui Project (il tutto a distanza) e ho cercato di non impazzire… per quello ci abbiamo provato un po’ tutti, credo.

La tua musica emana vibrazioni molto rilassanti, in uno stile che si incrocia tra il jazz, il rap ed il soul. Quali sono gli artisti da cui hai preso ispirazione?

Sono tanti , sono cresciuto ascoltando cantautorato italiano, hip hop e jazz. Sicuramente le influenze maggiori sono Common, Mos Def, Chet Baker, Donny Hathaway, Robert Glasper (con cui ho incredibilmente avuto modo di collaborare), Lucio Battisti, Fabio ConcatoPino Daniele. Per quanto riguarda il rap Italiano ho una triade che mi ha cresciuto parecchio: Tormento, Madbuddy e Ghemon.

Parliamo un po’ del tuo nuovo singolo “CANTI ANCORA?!”, una videochiamata con il tuo ex coach Elio, in cui si ironizza sulla volubilità della fama. Da quale esperienza nasce questo pezzo?

Mi trovavo a Bologna, un po’ brillo e passeggiavo sotto i portici, Nel giro di 20 minuti mi avranno fermato in 20 per farmi la stessa identica domanda. “Aaaah ma tu sei quello…canti ancora?” Il giorno dopo sono andato in studio dal mio amico Gianluca Di Ienno, un pianista jazz e producer incredibile. Il pezzo si è praticamente scritto da solo, e poi mi è venuta l’idea di farlo ascoltare ad Elio e di chiedergli se volesse partecipare. Lui non ci ha pensato due volte, il tutto è avvenuto nel modo più naturale!

Da dove si dovrebbe partire per poter sensibilizzare il mondo degli ascoltatori per non fermarsi alla facciata di un artista? È compito degli artisti o dei media?

È compito della scuola quello di educare le persone all’ascolto e alla ricerca…e noi abbiamo un sistema scolastico vecchio di 100 anni. Andrebbe rivisto non credete? Se le radio e le televisioni dessero più spazio a musica dal contenuto più profondo già quello un punto di partenza. Il compito è di tutti, tutti abbiamo la responsabilità di essere migliori…personalmente credo che migliorarsi dovrebbe essere una ragione di vita.

Possiamo dire che chi raggiunge il successo passando attraverso i grandi canali dello spettacolo possa trovarsi facilmente in balia di ciò che piace alla massa?

Sicuramente l’industria e il compiacimento della massa è un meccanismo che può creare dipendenza. Dipende dall’esigenza di partenza di un artista, e da quanto quell’esigenza sia solida. Per quanto mi riguarda la massa non m’interessa. Faccio musica prima di tutto per me stesso. Più che altro penso che la pressione psicologica quando si arriva a certi livelli mediatici possa creare dei problemi di salute mentale molto seri. Bisogna stare attenti e prendersi sempre cura della propria mente.

Cosa c’è nel futuro di Davide Shorty, ti va di farci qualche spoiler?

Voglio prendermi tutto quello che merito, e sto lavorando duramente per poterlo fare. Ho avuto la fortuna di realizzare tanti sogni in questi anni, ma non si finisce mai di sognare, di conseguenza neanche di voler realizzare. Presto uscirà tanta nuova musica, nel frattempo ascoltate quella che c’è già, magari vi piace.

Grazie mille Davide Shorty per essere stato qui con noi, le ultime righe sono le tue, lascia un bel saluto a tutti i tuoi fan!

Grazie a voi. Cerchiamo tutti di essere più gentili con noi stessi e con gli altri, più curiosi e meno superficiali. Un augurio di buona ripresa a tutti, che ne esca grande musica!