Un caloroso bevenuto ai Dirty Stuff. Chiediamo sempre agli artisti che intervistiamo di svelarci un segreto legato al proprio percorso musicale, magari un ricordo particolare o un’avventura incredibile. Voi cosa ci raccontate?
Grazie a voi. Noi siamo una band che esiste da un paio di anni ma l’attuale formazione è nata circa 6 mesi fa. Quindi non ci sono storie fantastiche di cui parlarvi. Durante i nostri concerti cerchiamo di lasciare sempre il segno e di dare la vita in quello che facciamo. Una cosa interessante è che stiamo registrando il nostro EP completamente da soli. A casa del chitarrista.
Vi definite appassionati di rock puro. Pensate che il genere sia passato di moda per le nuove generazioni?
Non è proprio così. Chi ascolta rock esiste. Però i grandi numeri oggi sono presi da altro. C’è tutto questo discorso dell’indie che sta quasi creando artisti che vorrebbero fare altro, ma fanno indie. Che poi se ci pensi indie sarebbe indipendente e non dovrebbe essere un unico stile.
Quali sono gli artisti che vi hanno spinto a prendere gli strumenti in mano? C’è qualcuno uscito di recente che vi ha stupito e che avete iniziato a seguire?
Su questo le risposte sono varie. Perché ognuno ha i suoi miti. Sicuramente gruppi che ci accomunano sono Foo Fighters, Red Hot Chili Peppers, Green Day. Ma tra di noi c’è chi ha la fissa punk, chi per il rock classico come i Rolling Stones. Variamo abbastanza.
Comunque anche oggi ci sono diversi gruppi degni di nota.
Avete lanciato una campagna di crowfunding che non ha portato i risultati sperati, nonostante la forza dei brani. Possiamo parlare di un pubblico sempre più disinteressato alla scena emergente? Pensate di aver commesso degli errori?
Sì, MusicRaiser è stato un errore di calcolo, se vogliamo definirlo così. Diciamo che se avessimo intuito subito che il 99% dei gruppi ottiene i soldi da amici e conoscenti forse avremmo pianificato diversamente la cosa. Tutto qui.
Non è così facile ottenere 10 euro da qualcuno oggi, a meno che sia un tuo amico. Credo che si debba prima costruire una reale fan base e poi affidarsi a esse se si vuole usufruire di questi mezzi.
In ogni modo, l’esperienza non ha fermato la vostra creatività e state continuando a lavorare sul progetto. Ci potete dare qualche anticipazione?
Certo. Il progetto prescinde da MusicRaiser o da qualunque altra cosa. Siamo partiti dall’idea di pubblicare un album, ma attualmente abbiamo ripiegato sull’EP e speriamo di pubblicarlo per questo autunno. Stiamo lavorando completamente da soli, dalla registrazione alla promozione alla ricerca di date. Vogliamo suonare il più possibile perché oggi la musica è questo: il live.
Come vi vedete fra 10 anni?
Chi lo sa? Magari al nostro quarto album! Meglio pensare al presente.
Volete aggiungere qualcosa?
Vogliamo ringraziarvi per l’intervista. Rimanete sintonizzati sui nostri social per vedere che combiniamo, se vi va!