Ciao Frances! Benvenuta sulle pagine di Music.it. Rompiamo il ghiaccio con la nostra domanda di rito, ovvero: esiste nei tuoi ricordi un aneddoto particolarmente imbarazzante o scabroso o straordinario che riguarda la tua vita da musicista?
Ciao! Per prima cosa grazie mille per l’intervista! Un piccolo aneddoto un po’ imbarazzante, in realtà. Una sera dovevo suonare in solo come apertura ad un gruppo e in questo locale nel pomeriggio c’era stata una festa privata. Noi cominciamo a montare il palco, facciamo il sound check; nel mentre attendiamo che la festa privata finisca. Siamo pronti. La festa non accennava a smettere e ad un certo punto qualcuno comincia ad urlare, spingere, fare a botte. Il proprietario del locale mi guarda e mi dice: visto che te fai musica tranquilla comincia a suonare che magari si calmano e vanno via. Finale della storia: ovviamente non si calmò nulla, arrivarono i carabinieri, il locale venne bloccato perché quelli della festa privata non volevano andare via. Il locale ha dovuto chiudere e quindi noi siamo rimasti bloccati fino a che i carabinieri non hanno portato via questi personaggi rissosi.
Raccontaci la tua storia. Quando e come Francesca Garavelli è diventata Frances Aravel?
Frances Aravel non è nata da molto in realtà, un’anno più o meno. È nata quando ho voluto impostare il mio lavoro in modo più professionale, professionistico, grazie all’aiuto dei miei attuali musicisti: Angelo Crespi, Gabriele Valsecchi, Dario Rossini. Prima di questo avevo un progetto con cui ho pubblicato un ep, il primo in assoluto per me: il progetto si chiamava Fran&TheGroovies e il nome del primo EP è “Follow your Instinct”, che raccoglie una parte delle canzoni che ho cominciato a scrivere dall’età di 10-12 anni e che non avevo il coraggio di far sentire a nessuno.
Quanto ha inciso il luogo in cui vivi sulla tua inclinazione musicale?
Nel mio caso per niente, non ho alcuna cultura della musica italiana – un po’ me ne vergogno – più che altro mi attirano pochissimi artisti italiani, tra cui Carmen Consoli, Levante, Elisa – versione inglese – Niccolò Fabi etc.
“Shining Out of the Dark” è il titolo del tuo nuovo EP, omonimo del singolo che lo lancia. Ti va di raccontarci com’è nato questo brano e quanto la pandemia in corso abbia, in caso, agito sulla sua creazione?
Questo brano è nato per un’esigenza: dovevo uscire da un brutto periodo e ho voluto creare questa canzone da utilizzare come appiglio, scalino, per allontanarmi dal buio. In realtà questo brano è stato creato molto prima della pandemia, un anno prima più o meno, però si presta molto per una qualsiasi situazione buia, che sia di natura personale o globale come in questo 2020.
A questo punto, vorrei tu ci parlassi delle tue impressioni e delle tue reazioni rispetto a questo momento storico che stiamo vivendo. È cambiato qualcosa nella tua vita e nel tuo modo di pensare e scrivere canzoni?
È cambiato si, non c’è più nulla di sicuro e stabile in questo momento, forse solo gli affetti. Si sono rafforzate le relazioni importanti, che fanno stare bene, ci si concentra di più sulle persone per fortuna o meno, e si è arrivati al punto in cui in un modo o nell’altro bisogna fare il conto con se stessi, risolvere o attraversare situazioni “scomode”. Detto questo al momento sono un po’ “bloccata” con il lavoro sui nuovi brani perché ho troppe emozioni forti che prevalgono l’una sull’altra non permettendomi di “capire” e di conseguenza usare quell’emozione per scrivere una canzone.
Parlaci adesso delle tue influenze musicali ed artistiche. Ascoltandoti, si intuisce quanto l’ascolto della musica abbia sempre fatto parte della tua vita.
La musica per me è è ossigeno, un massaggio rilassante, una chiave che mi spegne, mi fa rilassare portandomi altrove. Le mie influenze sono maggiormente straniere e sono cresciuta ascoltando gruppi/cantanti anni ‘90-2000, che per me sono gli anni migliori. Placebo, Pearl Jam, P.O.D , Foo Fighters, Elisa, Alanis Morrisette, Jeff Buckley e moltissimi altri.
Esiste un/un’artista contemporanea con cui ameresti collaborare?
Domandona. Allora: se mi parli di artisti ai piani alti, al momento credo Levante. Siamo sempre ad altri livelli rispetto al mio ma diciamo che sarebbe più a portata Joo, una bravissima cantante bergamasca, mia amica.
Nomina cinque album fondamentali per la tua formazione musicale.
“Without You I’m Nothing” Dei Placebo
“MTV unplugged” di Alanis Morissette
“Pipes and flowers” di Elisa
Moro “Non fa per te”
“Satellite” dei P.O.D
“Make yourself” degli Incubus
Quali sono gli avvenimenti e progetti futuri?
Avevamo in ballo dei concerti ma per cose ovvie sono saltati. A breve pubblicheremo il secondo EP – il primo del progetto FRANCES ARAVEL – e giorno per giorno aspetteremo che le cose migliorino per tornare a VIVERE.
Abbiamo finito. Prima di salutarti, vorrei illuminassi il vuoto delle ultime righe a te riservate. Nel frattempo, ti auguriamo un grosso in bocca al lupo. A presto!
Grazie infinte per il tempo e lo spazio che mi avete riservato. Viva il lupo e tanta, tanta tanta luce a tutti! A presto!