La profonda grazia di GRILLI, il primo full-lenght del milanese LOU MORNERO
Il musicista Lou Mornero. Credits: Giovanni Verdicchio.
Il musicista Lou Mornero. Credits: Giovanni Verdicchio.

La profonda grazia di GRILLI, il primo full-lenght del milanese LOU MORNERO

lou monero grilliUscito il 22 Gennaio per la Cabezon Records, “Grilli” è il primo full lenght del musicista di Milano Lou Mornero. Album ricco, suggestivo e straordinariamente curato nella produzione, “Grilli” è un’istantanea a colori vividi che arriva da una pellicola di grazia.

Non un lavoro solitario, non in prima istanza. “Grilli” sorge infatti grazie all’incontro di Lou Mornero con il polistrumentista Andrea Mottadelli. Militanti entrambi nel gruppo I Paradisi, i due concepiscono “Grilli” con  Andrea Mattadelli al timone della produzione. “Grilli” è infatti un album depositario di due, reciproche, ispirazioni parallele che vanno a restituire una formula d’intesa creativa perfetta e per nulla scontata.

Otto i brani che, uno dietro l’altro, fanno e disfanno il cantautorato tout court, depositando immagini ed epifaniche rivelazioni musicali all’unisono con le diverse suggestioni che ogni brano deposita all’orecchio. Con assoluta leggerezza, “Grilli” espande ed esplora la sua impronta cantautorale verso differenti direzioni e latitudini.

Album ricco, suggestivo straordinariamente curato nella produzione, “Grilli” è un’istantanea a colori vividi

Viaggia serena e carica di storici bagagli. Tira fuori un po’ di blues, del sano rock, ma anche allucinogeno trip hop. Sfoggia elementi d’elettronica e vira verso ritmiche tribali e a tratti esotiche. Come l’apripista, omonima dell’album, che subito innesca un’atmosfera poliedrica ed ipnotica. Una sola frase, ripetuta lungo tutto il brano, che prepara ad una calma ascesa emozionale.

Il cantato è sempre morbido e delicato. Poetico, conduce l’esperienza dell’ascolto a considerare l’ottima qualità delle sperimentazioni sonore che vi fanno da tappeto. Un tappeto volante che tocca il sound sopraffino degli Air, che stimola il ricordo del progressive rock anni ’70, della psichedelìa alla Syd Barrett, – come nel singolo di lancio “Happy Birthday songwriter”, brano che forse meglio rende il cuore intero di “Grilli”. Un cuore impastato d’antica bellezza che volge lo sguardo al contemporaneo più fluido.

Ed il pulsare di questo cuore, battendo, restituisce una profonda calma, una deliziosa voglia di andare più a fondo, di calmarsi di più per scoprire ancora altri piccoli dettagli di sé, dell’esperienza della vita tradotta in musica da questi formidabili “Grilli”. Come detto in capo a questo articolo, “Grilli” è un album ricco. Un album bello, a cui si augura un luminoso seguito e una buona fortuna.