Leave Her Pool, ci piace aprire le nostre interviste con delle storie stravaganti. A voi che suonate in molti locali della Capitale chiediamo quale è stato il momento più imbarazzante di fronte al pubblico? Raccontateci la scena più esilarante che vi viene in mente.
Tutti e quattro concordiamo nel dire che la scena più imbarazzante durante un live è stata quando il cantante, Fabrizio, noto per la sua leggiadria, nel bel mezzo di un brano, è rimasto ingrovigliato tra due cavi jack ed è clamorosamente franato sulla cassa e testata del chitarrista, Leonardo, che, conscio del pericolo imminente, si girava per non guardare. A nulla sono serviti i tentativi di salvataggio in extremis del bassista e del batterista, Giuseppe e Simone. Da quella volta usiamo il wireless durante i concerti (e anche in sala prove).
Abbiamo ascoltato i brani tratti da “High Five”, ma anche quelli precedenti. Nonostante il vostro stile sia rimasto apparentemente immutato, la crescita sotto il punto di vista dei suoni e delle voci è stata esponenziale. Diteci quale è stato il percorso che vi ha portato a raggiungere quest’obbiettivo.
Sicuramente la maggiore sinergia acquisita negli anni accompagnata ad una crescente e continua maturità musicale ha influito nella produzione dei brani di “High Five” e tutt’ora sta influendo sui brani che stiamo scrivendo per il nuovo album.
Il nome Leaver Her Pool fa inevitabilmente pensare ai quattro di Liverpool, The Beatles, pionieri nel loro campo. Il vostro stile ha una forte influenza indie rock. Diteci quali sono i gruppi che vi hanno ispirato, ma specialmente quali secondo voi sono i nomi della scena contemporanea che si sono distinti. Ritenete a rischio il futuro di questo genere?
Partendo dall’ultima domanda non riteniamo che lo stile indie-rock sia in crisi. In realtà questo genere neanche esiste, infatti la parola “indie” sta per “indipendente” ovvero libero da vincoli musicali di qualsiasi tipo, quindi di base è un genere in continua evoluzione. Per quanto riguarda i gruppi che più di tutti hanno ispirato ed ispirano la nostra musica ci sono Arctic Monkeys, The Fratellis, The Wombats e The Strokes, Kasabian e Kings of Leon. Nella scena contemporanea, non che le predette band non vi appartengano, riteniamo siano degni di nota Myles Kane, Lukas Graham, Ed Sheeran, Bastille e Mumford & Sons.
I vostri brani hanno tutti dei testi molto allegri, come la stessa musica. Basti vedere il singolo “Dancefloor”. C’è qualcos’altro dietro il messaggio di divertimento che volete trasmettere?
L’obiettivo principale delle nostre canzoni è divertirci e far divertire. Ovviamente attraverso il divertimento si possono anche trasmettere messaggi più profondi… e ovviamente non è il caso di “Dancefloor”!
Fino ad oggi, sappiamo che ancora non avete firmato con delle etichette, ma vi siete sempre autoprodotti. Questa è una vostra scelta? Credete che le etichette possano influire in maniera negativa sul vostro sound?
Nel corso degli anni abbiamo avuto diverse possibilità di firmare per delle etichette, però abbiamo deciso di declinare le offerte a causa di compromessi che non ritenevamo accettabili. Ad ogni modo rimaniamo aperti ad eventuali collaborazioni che non siano in contrasto con la nostra identità di gruppo.
Avete partecipato a molti contest, anche vincendone alcuni. Quale è il futuro dei Leave Her Pool? Come avete intenzione di promuovervi?
Ci siamo tolti molte soddisfazioni da quando suoniamo insieme, e vogliamo continuare a suonare e divertirci per molto tempo ancora. Non sappiamo quello che ci riserva il futuro ma lo affronteremo sempre con la grinta e l’affiatamento che ci contraddistingue.
Convincete i nostri lettori ad ascoltarvi!
Convincervi con le parole sarebbe inutile, quindi venite, ascoltateci e convincetevi da soli!