L'EPD'AMORE è il viaggio estetico di YOUNG SIGNORINO fuori dalla musica
Young Signorino in una foto di Sara Vitale

L’EPD’AMORE è il viaggio estetico di YOUNG SIGNORINO fuori dalla musica

A circa un anno dalla comparsa di Young Signorino sul web, arriva il suo secondo EP dal titolo “L’EPD’AMORE”. Nasce come trapper e subito suscita l’ironia e allo stesso tempo l’ira del web, raggiungendo però milioni di visualizzazioni. Un caso fortunato? Difficile a dirsi. Oggi pubblica un secondo EP che si potrebbe definire come “qualcosa di molto vicino allo zero musicale”. Premesse per l’album: produzione e registrazione sono eccellenti e rispecchiano al massimo lo stile di Young Signorino.

L’EP si compone di 5 tracce, dove “Burrocacao Rosa” è l’ammiraglia che anticipa il disco come singolo. I contenuti del disco sono poveri, molto poveri. Basi minimali e poche parole. I testi ridotti all’osso. Potremmo vederla in due modi secondo me: il primo è che Young Signorino  è solo il prodotto di una società malsana e che fa della musica un mero strumento commerciale, dove lui sguazza nella sua inattitudine e presunzione. Il secondo è che tutto ciò che l’artista ci propone vuole essere volutamente una critica assoluta alla società moderna. Una critica spicciola e priva di contenuti fondamentali, esattamente a raffigurazione del mondo che ci circonda.

L’EPD’AMORE potrebbe rappresentare allo stesso tempo il disco più punk mai scritto, come il lavoro più commerciale e sterile mai ascoltato

Non è semplice decidere verso quale strada andare, se valutare il lavoro dell’artista quale genio assoluto e incompreso oppure come sbarbatello disadattato e griffato. E non possiamo saperlo perché la figura ermetica di Young Signorino va oltre il suo album. L’arte di questo artista è se stesso, e la musica non funge altro che come sterile mezzo di comunicazione verso un mondo che,  la sua stessa personalità, percepisce diversamente da tutti. Insomma, “L’EPD’AMORE” potrebbe avvicinarsi a ciò che di più punk sia mai stato fatto (accettando la parola punk quale stile di vita e non genere musicale) o il prodotto più scarso e commerciale mai visto sul mercato musicale.

Ma infondo non è quello che quest’album mirava a fare? Far parlare di se stesso, nel bene o nel male. Far parlare di se stesso criticando solo se stesso, o elogiandosi. Nessuna critica diretta verso terzi, nessuna critica ad altri musicisti e nessuna ostentazione. Solo un’immensa gratificazione o distruzione personale che lo porta a compararsi così al creatore, come al figlio del principe delle tenebre. Insomma, Young Signorino vive di assoluti e lo fa facendo parlare di sé e instillando in chi lo ascolta disapprovazione e rabbia. Fa parlare i più piccoli, i più grandi, laureati e gli analfabeti, fa parlare l’operaio e l’imprenditore. Sostanzialmente si tratta di una nuova e grottesca frontiera della comunicazione musicale. Minimale, critica, autodistruttiva ed emotiva.