MENDICANTI DI LUCE: "Purtroppo non funziona più passare in rassegna i vari club"
L'attuale formazione dei Mendicanti di Luce.
L'attuale formazione dei Mendicanti di Luce.

MENDICANTI DI LUCE: “Purtroppo non funziona più passare in rassegna i vari club”

Benvenuti Mendicanti di Luce sulle nostre pagine. Iniziate col dirci qualcosa di voi che non troveremmo nelle biografie ufficiali.

Ciao a tutti, siamo lieti di approdare su Music.it! Mendicanti di Luce, come molte altre band, nasce come un gruppo di amici che si trova in garage a suonare cover su cover dei propri artisti preferiti. Poi le strade si possono dividere quindi nel nostro caso ci sono stati più di un cambio di nome e di formazione, insieme alle molte difficoltà da superare. Come inizio ufficiale teniamo sempre buono il 2012, anno in cui i due cantanti Elia Ferron e Riccardo Nardon hanno cominciato a suonare come duo acustico.

Il vostro è un nome dai mille rimandi. Spiegateci la vostra scelta di chiamarvi Mendicanti di Luce.

È una domanda che ci hanno fatto in molti, ma in realtà la spiegazione è più banale di quanto sembri. “Mendicanti di Luce” è il titolo di una canzone che Riccardo aveva scritto. Quando giunse il momento di decretare un nuovo nome per la band – era gennaio 2016 – abbiamo optato per il nome stesso di quella canzone, dato che il suo significato ci rappresenta. Che poi è la decima canzone di “Incipit”, il nostro primo album.

A proposito di “Incipit”… 
Ascoltando il vostro album , a tratti mi balenavano in testa band indie rock inglesi dei primi anni 2000, dai The Libertines agli Arctic Monkeys. Rientrano tra le vostre ispirazioni?

I primi anni 2000 e gli ultimi anni ’90 sono gli anni che hanno caratterizzato la nostra infanzia e anche la musica inglese ci dà molta ispirazione. Ci piace però paragonarci a band con il “doppio frontman” come nel caso inglese a Kasabian e Oasis oppure in America con i blink-182 dove si vedono avvicendarsi nel canto due persone. Sugli artisti citati dovremmo approfondire. Anzi lo prendiamo come un consiglio!

Poi voglio i diritti d’autore per l’ispirazione (ride). Chi sono invece gli artisti italiani che hanno contribuito alla vostra formazione e che vale la pena ascoltare?

Artisti italiani che ci piace citare tra le nostre influenze hanno sempre a che fare con la prima decade dei 2000 e gli ultimi anni ’90. Stiamo parlando di gruppi che non significa siano scomparsi. Ci piacciono Negrita e Negramaro e nel nostro lato più pop c’è chi risente le ballate di Cesare Cremonini ad esempio. Poi ci spingiamo sul lato più indie con Ministri, Verdena, Afterhours e Timoria.

“Saint Gobain” è una canzone che parla del senso di dignità e al contempo di alienazione che i giovani di oggi stanno vivendo. È un tema che, immagino, vi stia estremamente a cuore. È per questo che avete scelto questa traccia per presentarvi al pubblico?

Temevamo fosse una canzone troppo cupa all’inizio, ma poi ci siamo convinti grazie al suo messaggio forte e diretto, che anche a voi è arrivato forte e chiaro a quanto pare. Ci piace parlare in alcuni brani delle storture del mondo e l’alienazione ci dà molto di cui parlare. Ma in tutto questo proviamo a cercare una via «per cambiare le carte in tavola e uscirne a testa alta».

Avete iniziato a farvi conoscere suonando live i vostri inediti, preferendo questo a canali social che oggi vanno per la maggiore. Potremo vedervi presto in tour?

Ormai la parte social è diventata una delle basi per lavorare in una band che propone musica inedita e che deve pubblicizzare un disco. Nonostante ciò, il nostro sogno è portare “Incipit” in tour e tutt’ora stiamo provando in tutti i modi a balzare all’occhio a qualche agenzia di booking professionale e a qualche etichetta. Purtroppo non funziona più passare in rassegna club su club e lasciare il proprio CD e contatto. Quindi speriamo ciò si avveri prima che sia troppo tardi e che il nostro disco sia uscito da troppo tempo per essere promosso in tour.

Mendicanti di Luce, è nostra tradizione lasciare l’ultima domanda come uno spazio bianco da far riempire agli artisti con quello che vogliono. Questa è il vostro!

Intanto vi ringraziamo per averci portato sulle vostre pagine e averci fatto delle domande così precise. Speriamo che i lettori siano incuriositi e magari semplicemente scrivendo il nostro nome sui servizi streaming e vadano ad ascoltare il nostro “Incipit”, nel quale davvero poniamo le speranze e le basi per il nostro futuro.