PIERPAOLO LAURIOLA e le sue CANZONI SCRITTE SUI MURI, un album sincero
Pierpaolo Lauriola in una foto promozionale.
Pierpaolo Lauriola in una foto promozionale.

PIERPAOLO LAURIOLA e le sue CANZONI SCRITTE SUI MURI, un album sincero

canzoni scritte sui muri pierpaolo lauriola coverCi sono cantanti, interpreti e poi ci sono cantautori. Ecco, Pierpaolo Lauriola rientra in questa terza categoria. “Canzoni scritte su muri” è il suo terzo album e prende la sua ispirazione iniziale da un’esperienza, un concerto fatto tra le pareti del carcere minorile Beccaria.

Attivo dagli anni ‘90, come solista, Pierpaolo Lauriola sembra fare delle sue esperienze personali, il primo bacino dal quale attingere per fare musica. Il suo impegno e presenza in diversi progetti sociali, come la costruzione di un asilo nido nel quartiere popolare di Medina, dimostrano come per Pierpaolo Lauriola l’arte in generale venga considerata come strumento di indagine e aiuto.

Musica e testi, invece, sono strumenti di comunicazione per narrare la sfera umana, nelle sue emozioni, attitudini e comportamenti. “Canzoni scritte sui muri” è un album sincero dove la sincerità è la forma stilistica prescelta per accogliere lo spettatore e invitarlo alla riflessione. I cantautori più conosciuti, come Fabrizio De Andrè, Lucio Battisti e molti altri sono le impalcature dove Pierpaolo Lauriola costruisce i suoi pezzi.

Niente è autoreferenziale e tutto suona come un invito: «questa è la mia storia, qual è la tua?»

“Le nostre fragili certezze”, questa la prima traccia dell’album, ricorda, anche, Brunori Sas. Il testo, che inizia in un appartamento di un secondo piano, racconta quella sfida continua di una relazione dove il mutamento è la parte costante e dove, tra ricerca di certezze passate e garanzie future, si tenta sempre dire “almeno io c’ho provato”.

Pierpaolo Lauriola mischia dolcezza e rabbia in un album che fa della trasformazione dell’animo umano il suo filo rosso. Così in “Una goccia pura”, tutto si tinge un po’ di nero e le sonorità si fanno più rock e la chitarra più pesante. “Non cercate un percorso, l’unica via qui è lo smarrimento” suona come un grido di un uomo sovrastato dalla massa, da “un oceano di rumore”.

Pierpaolo Lauriola mischia dolcezza e rabbia in “Canzoni scritte sui muri”, un album che fa della trasformazione dell’animo umano il suo filo rosso

La narrazione fatta di immagini si fa ancora più forte in “Ti reggo al ballo le mani”. La canzone è intima come è intimo il tema e la chitarra fa un po’ da culla a questo lento ballo. Questa dolce danza ha il sapore di essere qualcosa di ultimo e come tale intenso, importante e ricco di significato. L’interpretazione, però, non è mai chiusa, unica e univoca.

L’interpretazione è chiara ma fortemente libera. Libera come la penna di Pierpaolo Lauriola che non teme di prendere ampi tratti della sua vita per metterli in musica. Così, anche, “Da uomo a padre” racconta un rapporto molto privato e proprio per questo che può essere molto condiviso, sentito. Niente è autoreferenziale e tutto suona come un invito: «questa è la mia storia, qual è la tua?».

“Canzoni scritte sui muri” è un album, un messaggio libero, dato per essere dato, come quando ci fermiamo a guardare una scritta su un muro, per caso, e che sembra, invece, essere lì proprio per noi. Insomma, Pierpaolo Lauriola, con la sua musica, non vuole rispettare le distanze sociali ma arrivare vicino alle persone. Scegliete, quindi, voi se oltrepassare quel metro di sicurezza e avvicinare l’orecchio.