PROJECT CZAR: “Le parole diventano una scusa per cantare”
I Project Czar dal vivo.
I Project Czar dal vivo.

PROJECT CZAR: “Le parole diventano una scusa per cantare”

Oggi con noi su Music.it c’è Ivan Perugini, fondatore dei Project Czar, rock band marchigiana che ha rilasciato il 12 ottobre 2018 l’EP “In My Heart”. Benvenuto! Prima di iniziare con l’intervista vera e propria, ci racconti un aneddoto sulla musica che non hai mai rivelato pubblicamente?

Ricordo che avevo circa 7 anni. Mentre cercavo sul sintonizzatore a manopola della tv il mio cartone preferito, “UFO Robot Goldrake”, mi imbattei nella trasmissione di un concerto di musica rock, penso sulla RAI. Non era il rock ‘n’ roll che ascoltavo la domenica mattina, grazie al giradischi di mio padre, accordato su Elvis PresleyRay Charles, Little Richard. Ma c’era un personaggio con tanto di basettoni e capelli lunghi, camicia e jeans che urlava e si dimenava. Ne rimasi ipnotizzato. Dopo varie insistenze ottenni una chitarra in plastica, impossibile da suonare, che presto diventò la nave del “Corsaro Nero” di Emilio Salgari, nei miei giochi pomeridiani. Allora non avevo ancora compreso che quella chitarra sarebbe tornata nella mia vita, come la nave del Corsaro all’Isola Tortuga! Ovviamente il paragone tra me e Salgari non esiste proprio!

Hai fondato i Project Czar diversi anni fa, anche se col tempo i suoi componenti sono cambiati. Quali sono state per te le difficoltà maggiori nel portare avanti questo progetto musicale?

L’indifferenza di molti locali verso la musica dal vivo con musica propria. Questo frustra un po’ la voglia di realizzare i miei progetti. Al contrario ho ottenuto sempre incoraggianti responsi dai recensori dei miei lavori. Tutto il resto lo supero sempre abbastanza agevolmente: reperire sala prove, studio o mezzi vari per la registrazione, momenti di creatività personali o di improvvisazione con la band, persone disposte a suonare o a collaborare in vario modo. Che poi sono sempre appassionati di musica, cioè persone che si emozionano all’ascolto o alla creazione di musica.

I membri dell’attuale formazione dei Project Czar provengono da esperienze diverse. Quali sono le vostre principali influenze musicali?

Oltre a quanto ho citato sopra, io aggiungo Malcom Young e Angus Young (AC/DC), David Evans (U2), Zakk Wylde, Ozzy Osbourne, Chris Cornell, David Gilmour. Per il resto del gruppo direi tutto ciò che è rock, indie, grunge, punk, metal. Non disdegniamo niente che sia stato prodotto usando basso, batteria e chitarra. Poi qualcuno è più attratto da uno o altro capostipite di un sottogenere comunque ricollegabile alla parola rock.

I Project Czar vorrebbero “uscire dagli schemi e dagli standard musicali dell’hard rock”. Come? Quali sono, secondo te, i punti di forza del progetto?

I nostri punti di forza sono proprio i diversi gusti e propensioni dei componenti, grazie ai quali si lascia spazio al singolo stile personale, senza volerlo per forza convogliare verso un unico genere che deve essere quello che a priori si è scelto.

Il tuo modo di cantare mi ha ricordato quello di Fabio Lione e Michele Luppi. Apprezzo molto quest’ultimo che nell’album “The Perfect Machine” dei Vision Divine ha dato il meglio di sé. Cosa pensi dei concept album?

Mi piacerebbe farne uno, solo che nello stesso tempo ho sempre forte la propensione alla musica come intrattenimento. Per cui se un riff funziona ed il piede batte a terra scandendo il tempo, le parole diventano una scusa per cantare. D’altro canto i concept richiedono anche molto tempo a chi scrive i testi. Nel nostro caso sarei io. Tuttavia pensare anche agli arrangiamenti ed al sound, richiede continuità, impegno e dedizione che insieme alla vita di tutti i giorni è una cosa che non sono riuscito finora ad concretizzare, anche se con “Fight to the light” (2014) una pensiero ce l’avevo fatto.

Ti piacerebbe, in futuro, inciderne uno? Se sì, su quale argomento?

Adesso non saprei dirlo. Quando lo farò, sarà perché l’importanza dell’argomento sarà fortissima ed irresistibile per me, come un’eruzione esplosiva.

Caro Ivan, l’intervista è giunta al termine. Vuoi aggiungere qualcos’altro a nome dei Project Czar?

Cerchiamo di sensibilizzare chi ci circonda sull’importanza, per l’essere umano, di fare musica fin da piccoli. Il mondo girerà meglio. Vi aspettiamo il 26 ottobre prossimo al Flow di Porto D’Ascoli (AP) per ascoltarci dal vivo.