Con un sound che va oltre lo strizzare l’occhio al grunge e al punk anni ’90, i Lenin! tornano sulle scene con un EP di 4 tracce dalla pura potenza esistenziale. Il quartetto di Genova capitanato da Marko Lenin al secolo Francesco Conelli è riuscito a fare centro in quattro tracce. Di nuovo c’è poco in realtà. Un sound che richiama tutte le band che hanno fatto la storia della musica indipendente italiana, Dai Marlene Kuntz ai Tre Allegri Ragazzi Morti fino a The Zen Circus. Questo rende forse banale questa band? No.
Il progetto nato come colonna sonora di un libro, prende vita e si trasforma nel primo album della band, composto di dodici tracce. Da qui arriva quindi ora il secondo EP dal titolo “Hai Complicato tutto”. È una frase riferita a tutto quello che complica tutto. Dalle sbronze che spezzano in due il fegato fino alle complicazioni dei rapporti al di la del sesso e delle cotte adolescenziali. Insomma, i Lenin! ci stanno dicendo che crescendo, tutto si rovina. Crescendo diventa tutto più complicato e quello che sembrava semplice, diventa un ostacolo insormontabile.
Hai complicato tutto” riporta al presente l’aggressività e la repressione degli anni ’90
Il tutto è condito da un’atmosfera distorta, sporca e prepotente, che alterna momenti di calma dati da bridge acustici e leggeri, a ritornelli ruvidi in perfetto stile grunge americano. La voce graffiata e sporca del frontman regge bene il confronto con gli strumenti, non curandosi troppo della tecnica e lasciando spazio alle emozioni, quelle di pancia. Dal primo brano “Arce”, il personaggio immaginario che potremmo considerare come protagonista del lavoro inizia a crescere, soffrendo per amore con “Hai Complicato tutto” e finendo a svuotare bicchieri alle due di notte per i pub con “Soda Caustica”. Poi ogni giornata ricomincia con “La Testa Vuota”.
i Lenin! rimangono compressi in circa dodici minuti riuscendo però a dare il massimo e lasciare l’ascoltatore incollato alle cuffie fino alla fine. Un disco adatto sicuramente ai nostalgici del genere, che ritroveranno tanti riferimenti e contaminazioni, dalla musica del passato a quella attuale. Uno sfogo personale che trova però l’empatia dell’ascoltatore che si immerge in temi comuni affrontati da un punto di vista più fatalista.