TESTACODA: "Non programmo niente dal punto di vista della creazione"
Il cantante testacoda in una foto promozionale
Il cantante testacoda in una foto promozionale

TESTACODA: “Non programmo niente dal punto di vista della creazione”

Oggi diamo il benvenuto su Music.it a testacoda. Inizia col dirci qualcosa di te che non troveremmo mai in una biografia ufficiale!

Ero fortissimo a “Call Of Duty” da piccolo.

Quello che salta subito all’occhio è il nome che hai scelto. Perché proprio testacoda? È la metafora di qualcosa?

Parla delle macchine che sono un’immagine ricorrente nelle mie canzoni. Di solito nella musica parlano tutti di biciclette, ma alle medie mentre pedalavo frettolosamente sono stato investito da una macchina e mi sono fatto una settimana in ospedale. A quel punto ho capito che le quattro ruote sono più grosse e difficili da controllare.

È difficile classificare la tua musica. Semmai spazia tra più generi con molta fluidità e naturalezza. Puoi dirci quali sono stati gli artisti che ti hanno influenzato in questa ricerca artistica?

Nel periodo in cui l’ho composto, ascoltavo un sacco Bon Iver e Frank Ocean, anche se non sono le due influenze che si notano di più nell’EP.

È appena uscito il tuo secondo EP “è proprio una cattiveria”. In realtà a pochissima distanza dal tuo EP di esordio “morire va di moda”, che ha avuto un notevole successo. È stato programmato o avevi l’esigenza di esprimere qualcos’altro?

Non programmo niente dal punto di vista della creazione. Appena mi ritrovo con quattro, cinque, sei canzoni pronte che possono star bene in un EP tutte insieme, allora mi metto a programmare come procedere e provo a farlo nel minor tempo possibile

“è proprio una cattiveria” gioca molto sulla dicotomia tra testi cupi e tappeti sonori più vivaci. Anche questa magari è un’espressione del tuo carattere e della tua personalità. È così o sei più il tipo «o tutto bianco o tutto nero»?

In realtà credo di essere sempre bilanciato perché sia che l’argomento da trattare sia serio o stupido, importante o futile, lo tratto sempre come se ne dipendesse la mia vita. Principalmente però tendo a parlare di cose sbatti perché quelle felici sono spesso già risolte e non ne vale troppo la pena.

Supponendo che ci sia, qual è il messaggio che vuoi mandare con “è proprio una cattiveria”?

Io ho un mio messaggio ma penso che nella frase del titolo ci si possa ritrovare chiunque, e chiunque potrà attribuirgli il significato che più gli si addice.

Ci sarà un tour dopo questi due EP?

Non so niente. Ma non credo.