Tornano i METHEDRAS con il feroce THE VENTRILOQUIST (Album)
I Methedras.

Tornano i METHEDRAS con il feroce THE VENTRILOQUIST (Album)

A quattro anni dal precedente “System Subversion”, “The Ventriloquist” è il quinto capitolo discografico, che segna il grande ritorno dei veterani Methedras, formazione decennale che da Monza porta alta la bandiera del thrash-death metal in Italia. Ripetuta l’esperienza di registrazione nei Domination Studios di Simone Mularoni, “The Ventriloquist” è uscito per il mondo il 7 Dicembre per la Massacre Records, importante etichetta tedesca specializzata in metallo pesante.
Nella ventennale carriera dei Methedras, più volte è capitato un cambio di line-up. Accanto al bassista e membro fondatore Andrea Bochi ed il batterista Daniele Gotti, “The Ventriloquist”, vede il rientro dello storico Claudio Facheris alla voce e il subentro di Daniele Colombo in sostituzione del precedente chitarrista.

Date le necessarie informazioni, è tempo di addentrarsi dentro l’immaginario orrorifico che ispira “The Ventriloquist”. Come intuibile dall’art-work e dal titolo, l’album è ispirato all’horror movie “Dead Silence” del malaysiano James Wan. Concept-album, “The Ventriloquist” è una suggestione di tecnica feroce che allarga il panorama della commistione tra thrash e death metal, caratteristica del sound dei Methedras, con un sapiente utilizzo del synth e di trovate melodiche che rendono la tessitura dinamica e capace di rinnovare la ricerca musicale della band senza però corromperla mai.
Apripista, il singolo “A deal With The Devil”, uscito con un superbo video in rete lo scorso 12 Novembre.

“The Ventriloquist” è il quinto capitolo discografico, che segna il grande ritorno dei veterani Methedras.

Il groove è subito acceso da una sessione ritmica potentissima e un riffing ai limiti del funk. Ci si prepara ai migliori mosh pit possibili. L’elemento elettronico è subito mostrato. Non palese, volteggia come un guizzo che rimbalza tra un headbanging e l’altro.
La voce di Claudio Facheris è calda, profonda. Ispirata, come l’assolo di chitarra che, breve ma intenso, anticipa la chiusura del brano.
Si passa a “Sham Knockout”. Brano che parte in speed, mostra subito il dinamismo ritmico che caratterizza l’album. Pelli e corde sono tirate e massicce. Dalle mani che le suonano esce fuori e rovente tutto il -core dei Methedras. Un altro assolo, stavolta più infuocato, più rapido, incendiario.

“Blind” è la terza traccia, quella che personalmente ho amato di più. L’aspetto più cupo e disperato dell’ossessione sonora è qui dato da un synth atmosferico che rende l’intensità della sezione ritmica molto meno asciutta e gravitante. È come se la cecità del titolo incontrasse una sua linea melodica, un suo modo di procedere, nonostante le mitragliate. “Dead Silence” è la traccia che dà motivo all’ispirazione cinematografica dell’album. Una bomba dal groove squisitamente thrash-death. La prestazione vocale è pura energia e l’assolo delle corde, a metà traccia, di un virtuosismo e una precisione pazzeschi.
Uno splendido ruggito apre “Fire Within”. Pezzo  che davvero viaggia ai ritmi di un incendio devastante. Elettronica e metal si fondono per dare vita a una creatura impazzita che puntualmente i Methedras riescono a dirigere dove più preferiscono.

“The Ventriloquist” è una suggestione di tecnica feroce che allarga il panorama del caratteristico sound dei Methedras.

La mattanza va avanti. “Stab me again” è forse tra i pezzi più complessi ed aggressivi de “The Ventriloquist”. Velocità, potenza, intensità, con un basso prepotente a farla da padrone. Dai passi simili per pesantezza, sostenuti da un’andatura forse più agile e vigorosa, “Alive or Convict” scatena una furia assassina e famelica. “Sleepwalking”, a seguire, srotola un tappeto elettronico e ritmico d’una fluidità labirintica. E dentro un labirinto ci si va a finire. “Into the Maze” è un canale aggrovigliato di pressioni atmosferiche schiacciate che pare vogliano far sbattere la testa contro uno stesso punto. Se ne esce, però. E si arriva a conclusione. Brano che forse più racchiude tutte le sperimentazioni dei Methedras, “Watch me fall” è ricchissimo di suggestioni, movimenti, tecnicismi e capacità compositiva. C’è tutto: il trash, il -core, il synth, la melodia vocale. Il tutto assemblato alla perfezione.

I Methedras sono tornati, decisamente.

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METHEDRAS

THE VENTRILOQUIST

7 dicembre 2018

Massacre Records

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