Il 12 agosto di 70 anni fa, a Glasgow nasceva Mark Knopfler. Figlio di un meticciato per cui bisogna ringraziare la seconda guerra mondiale e lo spirito sovversivo del padre polacco, costretto a fuggire per la sua strenua opposizione al nazismo, l’autore di “Sultans of Swings” è un frontman molto atipico. Timido e riservato, dalla registrazione del primo demo alla presa di coscienza che la sua composizione avesse lo spessore musicale che gli si riconosce passano parecchi anni. Tempi difficili quelli in cui Mark Knoplfer – e quelli che sarebbero diventati i Dire Straits – cercano di infiltrarsi nel mondo della musica. Mark esercita anche come cronista per pagarsi l’affitto a Londra, dopo aver studiato giornalismo con profitto. Il loro prodotto artistico sembra non essere al passo coi tempi. Sono anni in cui il gusto si sta orientando verso il punk, la wave e le distorsioni.
La pregiata caratura dei dischi di Mark Knopfler non li rende ostici all’ascolto
Amante di Bob Dylan e del folk americano, il chitarrista dei Dire Straits passa alla storia per essere un inguaribile conservatore. Fa della nostalgia per i suoni nitidi, puliti e naturali nonostante l’elettronica della chitarra il suo tratto identitario inconfondibile. E la storia gli ha dato ragione. Le corde sono stuzzicate, coccolate e fatte vibrare sempre senza l’ausilio di un plettro. Trasferire il fingerpicking dall’acustica alle sei corde elettriche permette di scoprire un’anima calda e prepotente del suono. Autore di testi pregiati, la composizione di Mark Knopfler resta ancorata a una certa tradizione di blues e folk dall’inizio fino alla fine. Non smetteremo mai di stancarci di ascoltare brani come “Romeo and Juliet”, “Money for Nothing” e “Sultans of Swing”.
Lo stile conservatore di Mark Knopfler vince per l’anticonformismo
Tramontato il periodo Dire Straits, Mark Knopfler è rimasto un autore prolifico. Già prima dello scioglimento definitivo della band, il chitarrista e frontman aveva portato avanti progetti da solista e composto colonne sonore per diversi film. Una menzione speciale la merita “Two Brothers and Strangers”, traccia meravigliosa della soundtrack de “Il colore dei soldi”. Apprezzatissimo one-man-show, Mark Knoplfer ha continuato a incidere dischi che, nonostante la pregiata caratura di “Sailing to Philadelphia” e “The ragpicker’s dream” vorrebbero orecchie raffinate all’ascolto, continuano a emozionare anche il pubblico meno tecnico. Tra amore per le stelle, mitologia, letteratura e passione per le sonorità vintage, facciamo tanti auguri di buon compleanno a Mark Knopfler e alle sue magiche dita!