Sono ben 76 le candeline sulla torta dell’artista canadese Joni Mitchell, nata a Fort Macleod, nel sud ovest canadese il 7 Novembre del 1943. Sotto il segno dello Scorpione, nasce Joni Mitchell, nome d’arte di Roberta Joan Anderson, una donna che tanto ha significato per un’intera generazione di giovani donne che oggi sono cantanti anche loro. Molte, anzi moltissime infatti le donne cantanti e cantautrici che l’hanno citata o voluta omaggiare con una cover nei loro lavori. Da Alanis Morisette a Madonna, da Tori Amos alle Hole, oppure Prince o i Counting Crows.
A tal proposito, vi ricordate quanto assiduamente MTV mandasse in onda il videoclip di “Big Yellow Taxi” nel 2002? Io lo adoravo e personalmente, è così che realizzai che Joni Mitchell era la stessa autrice di uno dei miei pezzi preferiti contenuti nella pazzesca soundtrack di “Almost Famous” del 2001. “River”, dall’album “Blue” del 1971 è una canzone folk natalizia sulla fine di una relazione. Poetica come poche altre, la canzone è diventata la più omaggiata di Joni Mitchell. Sbrizzarritevi a cercarne cover su YouTube, intano vi lascio qui l’originale.
La vita di Joni Mitchell
Autentica ribelle in gioventù, Joni Mitchell iniziò a fumare a 9 anni e a 12 abbandonò la scuola per poi riprenderla in adolescenza. Ma l’evento più significativo della sua infanzia fu la contrazione della poliomelite che la costrinse a letto per settimane instillandole nel cuore lo spiccato senso artistico che la contraddistingue. Per quanto, tutto ciò che voleva era dipingere. Lo fece, nonostante la delusione del college, nonostante la musica. Divenne madre e sposa a 21 anni e dopo l’esperienza in duetto con suo marito Chuck Mitchell, sviluppò un gusto personalissimo per accordature e armonie non convenzionali. Nel ’68 venne scoperta da David Crosby che decise di pubblicarle dei brani e finalmente arrivo il primo disco “Song to a Seagull” che le portò il successo commerciale.
Di qui, Joni Mitchell si guadagnò la fama di essere la più sofisticata signora del rock. Curava lei stessa le copertine e grafiche dei suoi dischi. Ispirò le cantautrici degli anni successivi e nel ’71 scrisse “Blue”, forse l’album di Joni Mitchell più amato di sempre. Una biografia confessionale messa in musica e poesia che resta sempre un classico da non perdere. Il resto è storia e chissà, magari, non è ancora finita. Buon Compleanno, dolcissima signora.