LAIKA va NELLO SPAZIO, ma non può scappare DALLA PROVINCIA
Il trio dei Laika Nello Spazio
Il trio dei Laika Nello Spazio

LAIKA va NELLO SPAZIO, ma non può scappare DALLA PROVINCIA

I Laika nello Spazio ci provano. Entrano a gamba tesa sulla scena musicale con un disco arrabbiato, inusuale e coraggioso, in cui il rock alternativo si mischia all’hardcore. Una commistione ruvida, minimale e ragionata al tempo stesso, sostenuta da una formazione che non si vede spesso. Il gruppo è infatti un power trio composto da una batteria e due bassi. Questo tipo di ensamble contribuisce a dare all’album un sound scuro e massiccio, drammatico e rabbioso, ma mai rassegnato.

Lo scenario che Vittorio (basso e voce) Marco (batteria) e Simone (basso) raccontano è quello della provincia milanese, in particolare della loro Rho, cittadina masticata e poi sputata dall’industrializzazione del Boom. Un mondo di cemento, veleni, disoccupazione e degrado, in cui le alternative sono due: spegnersi lentamente o sollevarsi, protestare, sperare con rabbia in qualcosa di più.

I Laika nello Spazio urlano questa seconda opzione ne “Il cielo sopra Rho”, brano di apertura dell’album. Gli angeli di Wim Wenders, che vegliano sulla Berlino anni ’80, non arrivano alla provincia, o se ci riescono, poi precipitano. Ma il degrado urbano non è l’unico tema di “Dalla Provincia”.

Il power trio Laika nello Spazio, con due bassi e batteria emettono suono scuri e mai rassegnati

Da una storia d’amore finita male (“Spazi Bianchi”), al sarcastico elogio del progresso (“Laika nello Spazio”), si va a finire fuori dell’hinterland di Milano, con un allucinato viaggio nel «freddo bastardo delle terre desolate» (“Copenhagen”), o macinando «mille e mille chilometri alla forza del tuono» (“Dalla Provincia”). Ma in entrambi i casi sono fughe senza senso, destinate a fallire: fuggire dalla provincia è fuggire da se stessi, dai propri problemi e dai propri limiti. Ma allora forse la soluzione è fuggire in luoghi irraggiungibili perché inesistenti, immaginari.

“Sogno immaginifico, “Zenit” e “La città delle stelle” formano un trittico a se stante, in cui si abbandona la realtà per esplorare luoghi magici e paradossali, in cui cristiani e musulmani possono ballare insieme danze indiane e il papa distribuisce profilattici ai fedeli. Ma alla fine, “Prestazioni Encomiabili” ci riporta alla realtà, con una traccia sull’ipocrisia che incede lenta e pesante, ma convincente.

In conclusione, i Laika nello Spazio hanno prodotto un lavoro interessante e coerente, che forse sconta la sua ambizione comunicativa in testi a volte aspri e poco ritmici. Ci sono avverbi che non possono entrare in due beat, ma Vittorio, con una certa insistenza, ce li inserisce. Il messaggio però arriva, in tutta la sua forza, così come il gioco crepuscolare dei due bassi e la sincerità di questo progetto musicale.