“Futuro Semplice”, nuovo lavoro di Alberto Nemo, non si pone come obiettivo la cima della classifica degli album più ascoltati in Italia. Primo, perché la discografia italiana è quasi del tutto stazionaria su generi che vanno dal rap all’indie pop. Secondo, perché quello di Alberto Nemo è un atteggiamento avanguardista che non può allinearsi completamente alla tendenza. Eppure aver condiviso il palco con Antonella Ruggiero, Sergio Cammariere, ma anche Lo Stato Sociale e Willie Peyote, è stato un messaggio chiaro. Avvicinare due mondi apparentemente opposti come il pop e il genere sperimentale che gli appartiene non è allora pura utopia. Un atteggiamento, il suo, che risponde a una corrente postmoderna secondo la quale la vera essenza dell’arte va ricercata nell’ambiguo e nell’ibrido.
“Futuro Semplice”, nuovo lavoro di Alberto Nemo, non si pone come obiettivo la cima della classifica.
Alberto Nemo inizia la sua carriera cantando ai funerali, nelle chiese di tutta Europa, svolgendo anche l’attività di musicoterapia. Una solida base su cui costruire una forte identità. Le sue non sono semplici canzoni, ma percorsi verso la profondità del proprio Io, alla ricerca di qualcosa di perduto e di intimo, che difficilmente ritroveremmo in superficie. Ad aiutarlo in questo compito ci sono una musica cadenzata e lenta, bagliori elettronici e violini sospirati. “Futuro Semplice” allora non è un semplice album, ma una seduta ipnotica che impone abbandono totale. La voce di Alberto Nemo procede ora in suoni appena mormorati, ora accennati con più forza. Infine esplode in una lirica potente e destabilizzante. Se l’ibrido è il punto in cui la sua ricerca confluisce, allora si aggiungono anche rimandi soul e gospel.
Ma non è solo confluenza armoniosa di più generi a formare le basi per lo stile di Alberto Nemo. Totalmente fuori da ogni classificazione di genere, l’artista si muove soprattutto sull’accostamento stridente di più elementi. La musica, definita da altri – e forse a ragione – esoterica, richiama chiaramente ambientazioni dark e perturbanti, come se qualcosa di familiare e scomodo tornasse improvvisamente in superficie. Mentre la voce di Alberto Nemo percorre linee più chiare contrastando quanto di più scuro le note lasciano intravedere. Come un impianto più minimalista del tappeto sonoro, viaggia in maniera parallela accanto a un testo più ricercato e dal tono sperimentale. Dopotutto luce e ombra compongono la dicotomia che ha fatto la fortuna delle grandi opere letterarie e teatrali più di ogni altra.
“Futuro Semplice” è una continua ricerca dello stile di Alberto Nemo.
Come il precedente “6×0”, album registrato interamente con la tecnica del reverse, “Futuro Semplice” è una continua ricerca dello stile di Alberto Nemo. Quello che ne risulta però non è il desiderio di giungere obbligatoriamente a una forma finita e limitata. Il viaggio stesso, la sperimentazione, sono il fine ultimo di un artista che, per quanto complesso, non può essere giudicato incomprensibile. I suoi testi sono semmai flussi di coscienza che zampillano all’improvviso nella sua mente come le sensazioni inattese dall’ascoltatore. Tra i sei brani che compongono “Futuro Semplice” risalta senza dubbio “Ancora”, peraltro brano vincitore del Festival Musicultura. Uno stile quasi ermetico alla base di un testo che gioca anche sulle assonanze, donando un ritmo da ricercare in maniera più approfondita.
Gli altri testi seguono una linea simile, giocando anche sulle ripetizioni cadenzate. La replica continua della prima parola di ogni verso contribuisce all’aurea ipnotica che tutto l’album richiama. Avviene così in diversi brani: “Amame”, in collaborazione con Claudia Ferretti,“Lucidamente” e “Discanto”, con la partecipazione della violinista Sephine Llo. Così “Limbo” e “Futuro Semplice”, brano che chiude l’album e gli presta il nome, sono reiterazioni di concetti che l’artista stesso incarna. Un futuro che per definizione deve ancora arrivare, ma che non segue per questo un piano o una strada già prestabilita. Alberto Nemo ribadisce ancora una volta come la sperimentazione, musicale e poetica, sia un viaggio e non una meta. L’improvvisazione, l’avanguardia, una certa dose di ribellione sono gli unici punti fermi in un futuro da costruire.
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ALBERTO NEMO
FUTURO SEMPLICE
9 novembre 2018
New Model Label
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