ll trucco è un’azione che ricorre nelle pratiche artistiche. Non è solo l’apparenza che camuffiamo di fronte agli altri, ma persino la mente, la parte cosciente, quella che permette al soggetto di stare in società nel modo in cui vuole mostrarsi. Quale fonte d’ispirazione si cela dietro MakeUpYourMind? Il singolo dei Florence + The machine o dei Tame Impala? Make Up Your Mind ha dato alla luce un EP per l’etichetta Volcano Records, chiamata “No need to travel”. Non c’è bisogno di truccare l’esteriorità se travestiamo l’interiorità, ecco perché il viaggio non è affatto metaforico nel momento in cui si resta seduti sul proprio divano. No, non c’è errore di battitura: MakeUpYourMind è il progetto di Simone Marsilio, polistrumentista che attraverso la sua musica rapisce l’ascoltatore per guidarlo in un viaggio tutto filosofico.
MakeUpYourMind in “No need to travel” instaura una relazione naturale e fluida tra linee melodiche e ritmiche
C’è chi dice che le canzoni, di ogni genere e specie, siano le eredi della poesia. Il flusso di parole delle tracce di “No need to travel” hanno più l’aria di essere una prosa. Simone Marsilio sfoggia diversi stili: quella della titletrack è piuttosto declamativa, mentre in “Essence” risulta più riflessiva. Il percorso attraverso i sistemi di esperienza di MakeUpYourMind si struttura in una trama rockeggiante. Strizza l’occhio agli Alter Bridge, proponendo note di virtuosismo che non dispiacciono affatto. Riesce a tenersi lontano dalle atmosfere visionarie dell’alternative nostrano, per puntare su una solida architettura emotiva. Didascalico, perché Simone Marsilio propone quel viaggio da seduti che decanta nella titletrack.
“La décadence” è la traccia più metal dell’EP. MakeUpYourMind realizza un distacco incolmabile nell’utilizzo dello stesso strumento, la chitarra. Nell’oscillare tra powercord e riff, la solista si fonde con la sezione ritmica, tendendo al rumorismo. Per poi elevarsi nell’assolo. “Essence” si lascia apprezzare per almeno due motivi. Il grave tapping del basso, da un lato, e gli accenti della linea vocale spostati rispetto alla linea armonica, dall’altro. “No need to travel” risulta equilibrato, soprattutto se si sceglie di ascoltarlo nell’ordine scelto dall’autore. Simone Marsilio crea una relazione tra le linee melodiche e ritmiche assolutamente naturale e fluida. In breve, l’uno dal molteplice.