I Nonnon in uno scatto promozionale.
I Nonnon in uno scatto promozionale.

NONNON: “Ci piacerebbe essere parte dell’ispirazione di chi ci ascolta”

Diamo di nuovo il benvenuto ai Nonnon su Music.it! L’altra volta ci avete raccontato uno dei vostri aneddoti divertenti. Questa volta cosa vi inventerete? Forza, tirate fuori nuovi aneddoti!!!

Ciao ragazzi! Che bello essere ancora dei vostri! Ci state facendo sentire a casa. Ricordo che l’altra volta avevamo sorriso parlando del leggendario GUBBIOPITTO.

Sì, esattamente. E questa volta?

Stavolta vi racconto di quando abbiamo registrato le linee di batteria di “Nea”. In studio abbiamo lavorato in questa maniera per tutti i pezzi. Abbiamo creato prima le linee di batteria e poi, sopra quelle, abbiamo strutturato le canzoni. Robi (che è il più talentuoso di tutti noi) ha suonato tutti i pezzi con una traccia spia (talvolta composta da chitarra e voce, altre volte da piano e voce) direttamente in cuffia. Solo uno come lui ce l’avrebbe potuta fare… e infatti non ha quasi mai fatto una piega. QUASI.

Quasi?

Sì, quasi… perché “Nea” non se la ricordava NESSUNO e il Paul (che l’ha scritta) non poteva essere in sala l’ultimo giorno di registrazione della batteria. Così io e Robi ci siamo inventati che la traccia guida, anzi che essere la solita voce-chitarra, sarebbe stata VOCE+INDICAZIONI A CASO URLATE NEL MICROFONO. Insomma, a distanza di un anno dall’uscita del disco, io non so ancora come sia stato possibile incidere quel pezzo (peraltro molto bene) visto che urlavo nelle cuffie a Robi frasi tipo: CAMBIO, ADESSO PIATTO, FILL… AH NO, NON ADESSO, ADESSO STROFA, ADESSO PIATTO, NON MI RICORDO, STOP! Credetemi, qualcosa di incredibile!

Cosa è cambiato dall’ultima volta che ci siamo sentiti? Come state affrontando la quarantena e soprattutto come la sta affrontando “L’inganno di un mondo ideale”?

È cambiato tanto. A livello di gruppo siamo cresciuti molto, come entità intendo. L’intervista fatta con voi (una delle prime) unita alle altre e a tutte le recensioni che abbiamo ricevuto, ci hanno aperto nuovi scenari, fatto capire che il lavoro fatto – forse – è la direzione corretta. Abbiamo ricevuto tanti complimenti, tanti incentivi. Abbiamo conosciuto persone straordinarie che ci hanno aiutato (e ancora ci aiutano) nella promozione del disco. Chiaramente non siamo delle star, e magari mai lo saremo… ma che tanta gente si interessi in questo modo al nostro lavoro ci ha fatto bene. La quarantena procede. Dapprima l’abbiamo vissuta drammaticamente; qui tra le province di Brescia e Bergamo è stato incredibile. Ci sono stati momenti di profondo sconforto e tristezza. Ora va meglio, anche se si vive di attenzione e con la paura che ci vuole. Non per essere demagogico… ma “L’inganno di un mondo ideale” è  stato quasi profetico. Non ci siamo concessi nemmeno il tempo di poter sperare in un 2020 rivelatore, che il colpo di martello di Madre Natura ci ha riportati tutti per terra. Che botta!

Come pensate che saranno la musica e l’arte dopo questa pandemia? Cosa dovrà cambiare per forza di cose?

Non ci siamo fatti un’idea e – secondo me – pochi musicisti in generale se la sono fatta. Di certo non si faranno live per un sacco di tempo. Dovremo trovare un modo costruttivo (e magari univoco fra i vari artisti) di comunicare le nostre emozioni. L’idea dell’artista da studio (una specie di evoluzione strutturate dello youtuber) potrebbe essere una direzione futuribile. E noi siamo pronti in tal senso, perché assolutamente invogliati e produttivi. Anche se la musica è, prima di tutto, condivisione, emozioni live, palco, pubblico, sorrisi e battiti di mani o fischi. Non esiste la musica senza condivisione.

E voi come sarete alla fine di tutto questo? E “L’inganno di un mondo ideale”?

Io spero vivamente che si possa essere pronti a ripartire, consapevoli che in un momento difficile riuscire a regalare delle emozioni possa essere determinante per le persone. Ci piacerebbe essere parte dell’ispirazione di chi ci ascolta. Ci proveremo con tutti noi stessi, con nuovi pezzi, nuove idee, nuovi motivi per farci conoscere L’inganno sarà sempre li, a ricordarci di cosa siamo capaci, a farci compiacere di noi stessi per qualche minuto, rendendoci fieri e spronandoci a fare ancora e meglio.

C’è un brano de “L’inganno di un mondo ideale” che potrebbe descrivere bene la situazione in cui ci troviamo? Perché?

Forse, parafrasando un po’ “Le buone maniere” potrebbe essere attinente. Proprio per la sua atmosfera angosciosa, per il disagio iniziale che è quasi disperazione, impossibilità di ribellarsi ad un interlocutore freddo, calcolatore, malvagio. E se così fosse, proprio questa canzone ci deve aiutare. Così come nella seconda parte il protagonista si ribella, con forza, alla condizione imposta dalla controparte malvagia, così noi ci dobbiamo rialzare, reagendo a questo virus senza smettere di temerlo ma combattendo con tutta la nostra forza, convinti che lo potremo sconfiggere.

Siamo alla fine!! Adesso fatevi di nuovo una domanda e datevi una risposta. Quella dell’altra intervista non vale, chiaramente.

Beh, una domanda interessante potrebbe essere: “Perché, in questo periodo forzato di dirette Instagram, flashmob, improvvisate band streaming non vi si è mai visti “on-air” con un vostro pezzo?” Beh… primo, come mi sarà venuto in mente di farmi una domanda così difficile!!! Poi… non è semplice! Tanta gente pubblica conference dove suonano in streaming ma, secondo noi, non sono dirette… sono montaggi fatti passare per dirette. Ci abbiamo pensato e ci stiamo pensando anche noi… ma fare qualcosa il cui prodotto potrebbe non essere carino un po’ ci frena. Però mai dire mai! Ciao ragazzi. ancora mille grazie!!!

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